PIO XI papa
Achille Ratti, nato a Desio (Milano) il 31 maggio 1857 da Francesco e Teresa Galli, compì gli studî ecclesiastìci a Monza, a Milano, a Roma, ove fu alunno del Collegio lombardo e dell'Università Gregoriana. Ordinato sacerdote il 20 dicembre 1879, conseguì il titolo di dottore in diritto canonico e in teologia. Dal 1882 fu professore nel Seminario maggiore di Milano e nel 1888 entrò come "dottore" alla Biblioteca Ambrosiana. Studioso di solide doti, pubblicò pregevoli memorie particolari nei Rendiconti dell'Istituto lombardo e nell'Archivio storico lombardo, occupandosi prevalentemente di argomenti storici e in modo particolare delle vicende della Chiesa milanese. Sono specialmente da ricordare la grande edizione degli Acta ecclesiae mediolanensis (voll. 4, Milano 1890-99) e il Missale ambrosianum duplex (ivi 1913). Incaricato di speciali missioni visitò le biblioteche e i musei di Vienna, Parigi, Londra. Rimasto 25 anni all'Ambrosiana, della quale divenne prefetto nel 1907, si occupò quasi esclusivamente di studî, interrompendo questi qualche volta per cimentarsi in difficili ascensioni alpine. Ché Achille Ratti ebbe grande l'amore per la montagna. Si ricordano di lui l'ascensione del Turlo (1885), del Cervino (1889), la difficile salita della punta Dufour del M. Rosa dal versante di Macugnaga (30-31 agosto 1889), quella del M. Bianco per la via dei Rochers (1890). L'ultima sua ascensione notevole fu quella della Grigna Settentrionale (1913).
Chiamato a coadiuvare il padre Ehrle alla Biblioteca Vaticana, gli successe nella prefettura nel 1914. Già protonotario apostolico dal 1914, fu da Benedetto XV inviato nell'aprile 1918 come visitatore apostolico in Polonia. Due anni vi risiedette, dapprima in tale qualità, indi come Nunzio apostolico (1919), molto operando in favore di quelle popolazioni duramente provate dalla guerra, e provvedendo alla riorganizzazione della Chiesa in Polonia e nelle regioni contermini sulle quali si estendeva la sua influenza. Preconizzato arcivescovo titolare di Lepanto nel concistoro del 3 luglio 1919 e solennemente consacrato in Varsavia poco dopo, si fece molto amare per le doti di bontà e di carità e per i lavori preliminari per la conclusione di un concordato, che venne conchiuso più tardi. Di fermezza e di carattere diede ampia prova nei drammatici giorni dell'estate 1920 durante l'invasione russa, e di notevole abilità nella delicata questione dell'Alta Slesia.
Morto il card. Ferrari, nel concistoro del 13 giugno 1921 fu elevato alla dignità cardinalizia con il titolo di S. Martino ai Monti, e nominato arcivescovo di Milano. Ma pochi mesi durò nell'ufficio (durante i quali inaugurò l'università cattolica del Sacro Cuore), ché, alla morte di Benedetto XV, che ebbe del Ratti grandissima stima, fu eletto pontefice, dopo 14 scrutinî, il 6 febbraio 1922. In omaggio ai due ultimi Pii, scelse il nome di Pio XI. Pur avendo ripetuto la formale protesta dei suoi predecessori contro lo stato di fatto susseguito in Italia alle guerre del Risorgimento, volle che la sua prima benedizione "come augurio di quella pace che l'umanità tanto sospira", fosse impartita dal balcone esterno di San Pietro. L'avvenimento, che si compiva per la prima volta dopo il 1870, suscitò larghissima eco e apparve segno di tempi mutati.
Coronato il 12 febbraio, diede subito prove di grande attività e di risoluta energia. Bene coadiuvato da quel grande segretario di stato che fu il card. P. Gasparri, ebbe ad affrontare questioni gravi e complesse, suscitate dalla persecuzione religiosa nel Messico e nella Russia, dalle deviazioni dottrinali dell'Action française, ecc. La politica concordataria fu continuata e allargata da Pio XI. È del 1922 il concordato con la Lettonia, del 1925 con la Polonia e la Baviera, del 1927 con la Lituania, del 1928 con il Portogallo, del 1929 con Romania e Prussia. Ma, particolarmente significativa, e certo il fatto più saliente del suo pontificato, fu l'avvenuta conciliazione tra la Chiesa e lo Stato italiano. Le trattative, iniziate fino dall'estate 1926, si conclusero dopo delicati negoziati con il trattato e il concordato dell'11 febbraio 1929, che mettevano termine allo storico dissidio tra la Chiesa e lo Stato in Italia e fissavano i futuri rapporti tra le due istituzioni.
Vigile sempre degl'interessi della religione e della Chiesa, provvide a riorganizzare la congregazione di Propaganda, riordinò l'Azione cattolica, rafforzò in mille guise l'attività missionaria, trasportando da Lione a Roma il centro della società missionaria per la propagazione della fede, creando una speciale agenzia d'informazioni, promovendo lo sviluppo del clero indigeno e facendo organizzare la grande esposizione missionaria del 1925. Molte le beatificazioni e le canonizzazioni durante il suo pontificato, nel quale si ebbe la proclamazione del regno di Cristo Re su tutto il mondo (11 dicembre 1925), il solenne giubileo del 1925, il centenario francescano (1926), la consacrazione del mondo al S. Cuore di Gesù (1928). Continue in lui le invocazioni alla pace e all'unità cristiana sotto il segno di Roma (enciclica Mortalium animos del 6 gennaio 1928), assidua l'attività edificatrice, specie dopo il concordato con l'Italia, vigile sempre il suo interessamento per la Biblioteca Vaticana e per le collezioni storico-artistiche dei sacri palazzi. Ha avuto occasione di uscire più volte dal Vaticano.
Bibl.: Per la bibliogr. delle sue opere, v. G. Galbiati, Zur Persönlichkeit P. XI., 1922: i suoi scritti sono stati raccolti da G. Bobba e F. Mauro (Scritti alpinistici, Milano 1923) e da P. Bellezza (Scritti storici, Firenze 1932); A. Novelli, P. XI, Milano 1923; N. Malvezzi, P. XI nei suoi scritti, Milano 1923; F. v. Lama, Pio XI., Augusta 1930; B. Williamson, Pio XI, traduzinoe italiana, Firenze 1934.