PIO XII papa
Eugenio Pacelli (XXV, p. 866), segretario di stato di Pio XI, da lui notoriamente desiderato come successore, venne eletto (si dice ad unanimità) il 2 marzo 1939 dal conclave adunatosi il giorno prima. Era già evidente la volontà dei governi totalitarî di provocare un conflitto armato, e il nuovo pontefice riconobbe nella sua prima omelia pasquale che "ove al nobile scettro della giustizia si sostituisca l'arma della violenza, nessuno potrebbe meravigliarsi di veder apparire all'orizzonte, invece dell'attesa alba di pace, foschi bagliori di guerra". Nel settembre, imperversando già la guerra, la prima enciclica (Summi pontificatus), quella che secondo la consuetudine indica le linee maestre dell'azione pontificale, proclamava l'unità del genere umano e la necessità di armoniche relazioni tra gli uomini; la dipendenza dei singoli e degli stati da Dio; il destino soprannaturale dell'uomo e la realtà del corpo mistico di Cristo; il dovere di rendere testimonianza alla verità; la funzione dell'Azione cattolica come mezzo moderno di apostolato; l'obbligo di salvaguardare le libertà della Chiesa; la necessità che il nuovo ordine mondiale fosse fondato sul diritto naturale e sulla rivelazione divina.
Successivamente, nei tre messaggi natalizî degli anni 1939, 1940, 1941 , Pio XII enunciò i punti, a suo avviso fondamentali, per una pacifica coesistenza dei popoli, insistendo sul diritto di tutte le nazioni alla vita, sul disarmo, sull'accoglienza delle giuste richieste, sul senso di responsabilità dei governanti; chiese la vittoria sull'odio, la sfiducia, l'utilitarismo, le divergenze nell'economia mondiale e fissò nella libertà il fulcro di ogni ordinamento nazionale ed internazionale che volesse poggiare su principî morali. Durante la guerra Pio XII, posta al centro delle sue preoccupazioni l'attività caritativa ed assistenziale, moltiplicò instancabilmente le iniziative a soccorso dei prigionieri, dispersi, sfollati; cure speciali rivolse all'incolumità di Roma ed in occasione dei due più gravi bombardamenti aerei accorse immediatamente sui luoghi colpiti. Politicamente, la sua situazione era delicatissima, sia prima, sia dopo la caduta del fascismo e l'armistizio italiano; notevole al riguardo è la corrispondenza tra lui e F. D. Roosevelt dal 1939 al 1945: in essa, e in tutti i suoi discorsi ed atti, Pio XII insiste sempre sugli aspetti più umani del cristianesimo e chiama a raccolta anche i non cristiani per un lavoro in difesa dei diritti più sacri dell'umanità; contemporaneamente, beninteso, egli afferma che la natura si completa armoniosamente con la sopranatura cristiana e che la rivelazione offre molti aiuti alla convivenza civile.
Oltre il concistoro del 18 febbraio 1946, per la creazione di 32 cardinali, quasi tutti vescovi con cura d'anime e non italiani, e varie solenni canonizzazioni, sono da ricordare il favore accordato da Pio XII all'Azione cattolica, il riconoscimento degli "istituti secolari" (v. canonizzazione; cardinale; cattolica, azione; congregazione, in questa seconda App., I, pp. 501,507,538 e 675) e le encicliche sul corpo mistico (26 giugno 1943), Mediator Dei (20 novembre 1947) sulla liturgia e la pietà cristiana, Divino afflante spiritu (30 settembre 1947), che segna risolutamente la via al progresso degli studî biblici. Negli ultimi tempi l'attenzione di Pio XII si è concentrata sull'ideologia comunista, ed egli, mentre rinnova gli inviti più pressanti alla preghiera, non ha tregua nell'incitare i fedeli, con linguaggio assai fermo e deciso, a resistere al suo consolidarsi e diffondersi.
Bibl.: Gli atti ufficiali pontifici sono raccolti negli Acta Apostolicae Sedis; dei discorsi del papa furono fatte raccolte ad annum a cura della Società editrice Vita e Pensiero e della Pia Società di S. Paolo; tra le biografie si segnalano: G. Gremigni, Il Santo Padre Pio XII, Città del Vaticano 1943; P. Bargellini, Il pastore angelico Pio XII, Firenze 1948; fortemente polemico E. Buonaiuti, Pio XII, Roma 1946.