PIOLA CASELLI, Giuseppe Alessandro
PIOLA CASELLI, Giuseppe Alessandro. – Nacque ad Alessandria il 13 giugno 1825 dal conte Antonio Piola e da Luigia Caselli.
I genitori erano entrambi discendenti da due nobili casate, tanto che i loro sei figli e quattro figlie, per decreto del re Carlo Alberto di Savoia del 28 novembre 1837 registrato il 22 gennaio 1838, assunsero anche il cognome della madre.
Il 1° luglio 1839 Piola Caselli fu nominato allievo della Regia Scuola di Marina di Genova e, completato il periodo di istruzione con le prescritte navigazioni, con il grado di guardiamarina di prima classe del corpo dello stato maggiore generale, si imbarcò sul brigantino Daino operando anche nelle acque argentine. Rientrato in Europa, ebbe modo di partecipare alla prima guerra d’indipendenza, dapprima a bordo dell’avviso a ruote in legno Authion, poi sulla corvetta Aquila e infine sulla corvetta di secondo rango a ruote Malfatano, con cui prese parte il 2 giugno 1848 al cannoneggiamento dei forti austriaci di Caorle e di S. Margherita. Ilsuccessivo 20 settembre fu trasferito sulla fregata a vela Euridice e il 1° novembre ebbe la promozione a sottotenente di vascello. Il 20 giugno 1849 fu destinato sulla fregata di primo rango a vela S. Michele e il 16 ottobre seguente ebbe come suo primo comando quello della cannoniera Sentinella fino al 18 marzo 1850.
Dopo altri imbarchi, il 20 maggio 1853, mentre era sull’Aquila nelle acque del mar de la Plata, divenne luogotenente di vascello di seconda classe. Il 2 novembre 1854 fu mandato sulla pirofregata a elica di primo rango Carlo Alberto, poi sulla pirofregata a ruote di secondo rango Governolo e in seguito sull’Euridice con le quali prese parte alla guerra di Crimea. Il 29 gennaio 1857 fu destinato alla corvetta a ruote di secondo rango Malfatano che compì una missione diplomatica in Egitto e, dopo aver servito brevemente su altre due navi, l’11 febbraio 1859 divenne luogotenente di vascello di prima classe e prese parte alla seconda guerra d’indipendenza imbarcandosi di nuovo sulla Malfatano e poi sulla Carlo Alberto.
Terminato il conflitto, prese servizio sulla fregata di primo rango a elica Maria Adelaide e dal 14 marzo al 19 giugno 1860 ebbe il comando dell’Authion con cui, per ordine del presidente del Consiglio Camillo Benso di Cavour, seguì l’andamento dei moti scoppiati in Sicilia nell’aprile e la spedizione dei Mille. Ai primi di giugno il barone Casimiro Pisani, segretario di Stato agli Affari esteri del primo governo dittatoriale siciliano, chiese a Cavour di poter affidare il dicastero della Marina a Piola Caselli, il quale era disposto a dimettersi da quella sarda. Cavour all’inizio si oppose, ma poi, rendendosi conto che in questo modo avrebbe avuto un uomo di sua fiducia all’interno della compagine garibaldina, dette l’autorizzazione. Dapprima con il grado di capitano di fregata e poi dal 5 luglio con quello di capitano di vascello, Piola Caselli prese servizio nella Marina dittatoriale e la organizzò anche in vista dello sbarco in Calabria. Ebbe modo pure di mettersi in evidenza imbarcandosi come comandante superiore in mare sulla pirofregata di secondo rango a ruote Tukery (già borbonica Veloce), con la quale l’11 luglio 1860 vicino a Messina catturò due vapori napoletani e la notte fra il 13 e il 14 agosto penetrò nel porto di Castellammare di Stabia per impossessarsi del vascello borbonico Monarca, venendo tuttavia respinto. Verso la metà di settembre, dopo che Giuseppe Garibaldi era giunto a Napoli, Piola Caselli presentò le dimissioni dalla carica di segretario per la Marina e fu nominato comandante della fregata di primo rango a elica Garibaldi (già partenopea Borbone).
Il 24 ottobre 1860 cessò di servire nella Marina dittatoriale, il 1° novembre fu riammesso in quella sarda con il grado di capitano di corvetta ed ebbe la nomina a cavaliere dell’Ordine militare di Savoia per l’azione condotta contro il Monarca. Il 1° gennaio 1861 fu promosso capitano di fregata di seconda classe e dal 21 marzo divenne comandante del trasporto «Volturno» fino al luglio successivo, quando rivestì lo stesso incarico sulla Malfatano, concorrendo al salvataggio del vapore britannico Cairo che gli valse il dono di una sciabola d’onore da parte del governo inglese. Dal 1° aprile al 1° giugno 1862 fu capo di stato maggiore presso il primo dipartimento marittimo a Genova, per poi assumere il comando della Maria Adelaide che, insieme ad altre navi, in autunno scortò in Portogallo la principessa Maria Pia di Savoia che doveva sposare re Luigi I di Braganza.
Rientrato in Italia, il 16 febbraio 1863 Piola Caselli fu nominato comandante della moderna pirocorvetta corazzata Formidabile e il 1° aprile successivo divenne capitano di fregata di prima classe. Dopo altri comandi navali, il 1° giugno 1866 fu promosso capitano di vascello di seconda classe mentre era responsabile della pirofregata corazzata Ancona, con la quale prese parte alla terza guerra d’indipendenza. Si distinse durante le operazioni nelle acque di Lissa cannoneggiando il 18 luglio le batterie austriache di Porto Comisa, il 19 quelle di Porto S. Giorgio e il 20 partecipando alla battaglia navale. Fra il luglio e l’ottobre del 1867 ebbe la direzione delle navi che pattugliavano il litorale laziale per impedire un eventuale sbarco dei garibaldini che volevano attaccare Roma, ma che poi seguirono un percorso terrestre e furono battuti a Mentana. Dopo aver comandato brevemente la fregata corazzata a elica Messina, fu nominato responsabile della terza divisione del Corpo reale equipaggi fino al 10 maggio 1870 e dal successivo 10 settembre divenne comandante del vascello Re Galantuomo, già borbonico Monarca, impiegato come nave scuola cannonieri. Il 1° ottobre 1871 fu promosso capitano di vascello di prima classe e svolse anche il compito di presidente della commissione di Tiro sulle polveri a lenta combustione.
Dopo altri incarichi sempre più prestigiosi fu nominato contrammiraglio e dal 16 luglio 1878 all’11 settembre 1879 ebbe il comando della divisione navale sott’ordine della Squadra permanente. Nel 1880 e nel 1881 fu membro del Consiglio superiore di Marina e il 16 novembre 1882 fu collocato a riposo; pochi mesi dopo, nel marzo del 1883, si presentò candidato a deputato nei collegi di Chiavari e La Spezia, ma senza essere eletto.
Nel 1885 sposò la contessa russa Olga Aleksandrovna Uvarova, figlia del defunto ciambellano dello zar, con la quale ebbe nel 1889 un solo figlio, Alessandro, che fu pilota nella Grande Guerra e membro della Società geografica italiana.
Morì a Torino il 7 maggio 1910.
Fonti e Bibl.: Roma, ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. P2, f. 29; Raccolta di base, b. 33, f. 1; b. 34, f. 2; b. 43, f. 1; b. 46, f. 1; b. 47, f. 1; b. 54, f. 1; b. 58, f. 2; b. 59, f. 1; b. 64, f. 1; b. 82, f. 1; b. 83, f. 2; b. 85, f. 2; b. 86, f. 1; b. 87, f. 1; b. 89, f. 1; b. 93, f. 3; b. 94, f. 1; b. 96, f. 3; b. 97, f. 2; b. 100, f. 2; b. 102, f. 1; b. 103, f. 3; b. 2079, f. 3; b. 2161, f. 2; b. 2378, f. 8 bis. L’archivio della famiglia Piola Caselli è conservato dal discendente Carlo Piola Caselli, che lo ha descritto nel saggio L’Archivio Piola Caselli, in Bollettino dell’Ufficio storico dello stato maggiore dell’Esercito, X (2010), 19-20, passim. Insieme a Federico Adamoli egli cura altresì il sito web Casato Piola Caselli, http://www.piolacaselli.altervista.org/ (16 giugno 2015), da cui sono scaricabili in formato pdf diversi materiali e studi relativi alla figura di Alessandro Piola Caselli. Inoltre: C. Cavour, Epistolario, XVIII, 3, a cura di R. Roccia, Firenze 2008, pp. 1024 s.
C. De Amezaga, Il pensiero italiano navale. Cose vecchie sempre nuove, Genova 1898, p. 216; A.V. Vecchi, Garibaldi uomo di mare, in Rivista marittima, XLIII (1910), 5, pp. 318-319; C. Agrati, Da Palermo al Volturno, Milano 1937, pp. 171, 338-340; S. Romiti, Le Marine militari italiane nel Risorgimento (1748-1861), Roma 1950, pp. 290 s., 297, 310-312, 314, 320; A. Iachino, La campagna navale di Lissa 1866, Milano 1966, pp. 104, 307, 524, 603; G. Giorgerini - A. Nani, Le navi di linea italiane 1861-1969, Roma 1969, p. 151; F. Micali Baratelli, La Marina militare italiana nella vita nazionale (1860-1914), Milano 1983, pp. 46-47, 53, 110; M. Gabriele, Sicilia 1860. Da Marsala allo Stretto, Roma 1991, pp. 23, 68, 86, 91-96, 107, 115, 121, 123, 247; O.O. Miozzi, Ordine militare d’Italia, Roma 1991, p. 96; A. Santoni, Storia e politica navale dell’età moderna, Roma 1998, p. 306; F. Bargoni - F. Gay - V.M. Gay, Navi a vela e navi miste italiane (1861-1887), Roma 2001, pp. 158, 220; M. Gabriele, Simone Pacoret de Saint Bon, Roma 2002, pp. 31 s., 158; E. Martino, Lissa 1866: perché?, in Storia militare, XIX (2011), 214, p. 14 (I parte); P. Alberini - F. Prosperi, Uomini della Marina 1861-1946. Dizionario biografico, Roma 2015, p. 417.