PIOMBO
. Produzione (XXVII, p. 336). - Nel biennio 1946-47 la produzione mondiale di piombo è stata notevolmente inferiore a quella del 1938, ma la limitata capacità di acquisto di alcuni paesi europei ha attenuato lo squilibrio fra domanda ed offerta.
Gli S. U., che sono alla testa dei produttori mondiali di zinco, occupano il primo posto anche fra i produttori di piombo, tuttavia le elevate esigenze del consumo statunitense hanno reso indispensabili nel dopoguerra ingenti importazioni. Le sole fabbriche di accumulatori elettrici hanno consumato nel 1947 circa 360.000 t. di metallo, cioè più di due terzi del complessivo consumo europeo.
Nell'America del Nord, soltanto la produzione statunitense ha superato il livello del 1938. Le fonderie americane hanno ottenuto nel 1947 circa 410.000 t. di metallo primario, contro 340.000 del 1946 e 348.000 del 1938. La produzione di metallo di seconda fusione ha quasi eguagliato quella del metallo primario. Il consumo statunitense ha superato un milione di t. di piombo di prima e seconda fusione durante il 1947, ciò che ha reso necessaria l'importazione di 135.000 t. di metallo e l'utilizzazione di una parte degli stocks governativi. Le miniere canadesi hanno estratto soltanto 135.000 t. di galena, contro 160.000 del 1946 e 190.000 del 1938. In lieve regresso rispetto all'anteguerra è la produzione dell'America Latina, mentre quella del Messico è stata inferiore del 40% circa al livello del 1938. In tale anno il Messico occupava il secondo posto fra i produttori mondiali di minerali di piombo, subito dopo gli S. U. L'industria mineraria messicana si è trovata in gravi difficoltà finanziarie nel dopoguerra a causa dei crescenti costi di produzione e della forte pressione fiscale. Il Canada e l'Australia, sebbene abbiano accusato un netto regresso della propria produzione di piombo nei confronti del 1938, stanno per superare nella gerarchia dei produttori il Messico, che nel 1946 ha prodotto appena 186.000 t. di metallo contro circa 300.000 del 1938. In Furopa, la produzione spagnola è stata sviluppata nel dopoguerra, mentre quella italiana è rimasta lontana dal livello prebellico (44.000 t. nel 1938). In complesso, la produzione mondiale di metallo di prima fusione ha raggiunto 1 milione di t. nel 1946 e 1,3 milioni nel 1947, cifre pari, rispettivamente, al 67 ed al 78% del livello del 1938.
La domanda di piombo è stata sostenuta in Europa nel dopoguerra, ma la circostanza che gran parte degli approvvigionamenti dovevano essere compiuti nell'area del dollaro ha limitato gli acquisti. In complesso la maggiore richiesta di alcuni paesi è stata compensata dal ridottissimo consumo della Germania, che prima della guerra assorbiva circa 245.000 t. di metallo. Il consumo inglese, che prima della guerra era superiore a quello degli S. U. (408.000 t. nel 1938), è sceso nel 1947 a 200.000 t., in gran parte fornite dall'Australia.
Le quotazioni mondiali del piombo hanno superato nel dopoguerra ogni precedente massimo, compreso quello registrato durante la prima Guerra mondiale (nel 1917, 12,2 cents la libbra negli S. U.). Dopo l'abolizione del controllo governativo dei prezzi, la quotazione del piombo è salita negli S. U., da 8,2 cents la libbra, a 15 cents nel marzo 1947, mentre in Inghilterra ha raggiunto nello stesso mese 90 Lst. la t., prezzo nettamente superiore a quello americano. Le quotazioni del piombo del 1947 corrispondono a un aumento superiore al 200% di quelle in vigore nel 1938. In Italia il prezzo del piombo in pani di prima fusione è passato da L. 2,80 il kg. del 1938, a 250-260 lire nel 1947.
Nel 1948 l'andamento della produzione mondiale di metallo non ha fatto registrare apprezzabili mutamenti. La produzione italiana è passata da 18.000 t. del 1947 a 26.000. Le quotazioni mondiali sono ancora aumentate: nel novembre 1948 il piombo era quotato 21,5 cents negli S. U., raggiungendo, nel gennaio 1949, 124 sterline la t. sul mercato inglese. A tale aumento hanno contribuito gli acquisti degli S. U. per scorte strategiche.