Pirate bay
<pàirit bèi>. – Sito web svedese per l’indicizzazione di file, noto anche con la sigla TPB (The Pirate Bay). P. B. è un torrent file (protocollo peer to peer e client per la condivisione di file tramite Internet), protagonista di numerose controversie legali per violazione dei diritti di proprietà intellettuale. Fondato nel 2003 in seno al think tank svedese Piratbyrån («Ufficio della pirateria»), il sito si è rapidamente affermato sotto la gestione di tre giovani informatici (G. Svartholm, F. Neij e P. Sunde), come uno dei principali server di torrent file al mondo: secondo stime non ufficiali, nel suo momento di massima popolarità, alla fine del 2008, P. B. aveva raggiunto il traguardo di 25 milioni di visitatori unici al mese. Principalmente utilizzato dai suoi utenti al fine di condividere file contenenti opere protette dal diritto d’autore, nei confronti di P. B. sono state intentate diverse azioni giudiziarie nell’ambito di una strategia globale dell’industria dei contenuti volta a reprimere, o quanto meno a limitare, il dilagare del fenomeno della pirateria, analogamente a quanto era avvenuto all’inizio del 21° secolo per i siti Napster e Grokster. Sebbene P. B. abbia sempre respinto qualunque addebito in considerazione della circostanza che i suoi server non ospitavano nessuno dei file illecitamente scaricati dai propri utenti, talune corti hanno riscontrato che il ruolo assunto dal sito nell’agevolare la violazione dei diritti di proprietà intellettuale – certamente non inconsapevole, come il nome stesso di P. B. indica chiaramente – fosse sufficiente per attribuirgliene la responsabilità. Nell’aprile del 2009 Svartholm, Neij e Sunde sono stati condannati a un anno di reclusione, poi revocato in sede di appello, e a un ingente risarcimento del danno da parte del tribunale di Stoccolma. In Italia, a fronte dell’iniziativa della magistratura, il sito di P. B. è stato fatto oggetto di un provvedimento di sequestro e reso quindi inaccessibile nel febbraio 2010.