AURISPA, Pirro
Nato a Macerata l'11 apr. 1799 da Livio, ed educato in un ambiente di patrioti, prese parte sin da giovane all'attività segreta dei carbonari maceratesi. Quando nel 1820 fu arrestato suo padre, imputato di cospirazione, l'A., che era studente in medicina, elaborò con alcuni amici un piano di sollevazione armata che da Macerata avrebbe dovuto estendersi nei paesi vicini, per indurre i carbonari a insorgere in tutte le Marche,favoriti dalla promessa partecipazione dei patrioti del Regno di Napoli. L'A. fu, però, tradito da un compagno, che, essendo stato arrestato nell'ottobre 1820, rivelò il piano di sollevazione, facendo i nomi di alcuni cospiratori maceratesi. Arrestato il 17 novembre, l'A. fu sottoposto a vari interrogatori, ma, avendo respinto recisamente tutte le imputazioni, fu rilasciato dopo alcuni mesi di segregazione nelle carceri di Macerata.
Nel novembre 1822 conseguì la laurea in medicina presso l'università di Bologna e, dopo diversi anni di professione medica, ottenne nel 1834 la cattedra di patologia generale e medicina legale all'università di Macerata, succedendo a F. Puccinotti urbinate, che era stato destituito dall'insegnamento per avere partecipato alla rivoluzione del 1831.
Nel 1848 l'A. fu tra i professori universitari di Macerata che spinsero gli studenti a prendere le armi per la liberazione del Lombardo-Veneto. Domata la resistenza dei difensori di Roma e di Ancona, e ripristinato il governo pontificio, la S. Congregazione degli studi ordinò la chiusura dell'università maceratese, per la partecipazione ai moti rivoluzionari del '49. A tale provvedimento fece seguito il decreto di destituzione emanato dalla stessa Congregazione nel maggio 1850 nei confronti di parecchi professori, compreso l'A., al quale venne poi concesso, per grazia sovrana del marzo 1851, di tornare a far parte del Collegio medico-chirurgico di Macerata, dovendosi considerare soltanto come dimesso dall'insegnamento universitario.
Durante l'epidemia colerica del 1855, che infieri nello Stato pontificio e particolarmente nelle province marchigiane, l'A. accorse nei paesi più colpiti dal grave morbo, prestando assistenza ai colerosi. L'esperienza acquisita lo indusse a pubblicare nel 1856 l'opuscolo Sul cholera pestilenziale, fondato sulle osservazioni da lui compiute durante l'epidemia, che fu assai apprezzato in campo medico. In seguito alla liberazione delle Marche, avvenuta nel settembre 1860, l'A. fu incaricato di reggere l'ufficio di segreteria dell'università maceratese.
Morì a Macerata il 4 nov. 1868.
Fonti e Bibl.: Macerata, Arch. della Curia, b. 7 (Università); necrologio in Vessillo delle Marche del 9 nov. 1868; D. Spadoni, Una trama e un tentativo rivoluzionario dello Stato Romano nel 1820-21, Roma 1910, passim; G. Natalucci, Medici insigni italiani antichi moderni e contemporanei nati nelle Marche, Falerone 1934, pp. 117 s.