SCHETTINI, Pirro
Poeta lirico, nato a Aprigliano di Calabria il 18 dicembre 1630, morto a Cosenza nel 1678. Laureatosi in legge a Napoli nel 1653, cominciò presto a scrivere canzonette per musica, madrigali e sonetti, in cui imitava, com'era inevitabile, il Marino. Presa dimora a Cosenza intorno al 1656, mutò gusti e propositi d'arte, diventando uno dei più autorevoli rappresentanti dell'antimarinismo. Nel 1668 fu nominato principe dell'Accademia Cosentina, già illustrata dal Telesio e dal Quattromani, e la salvò dalla decadenza raccogliendo intorno a sé quasi una scuola di lirici antimarinisti, come C. Buragna, C. D'Aquino, L. Di Capua. Negli ultimi anni, in seguito a una crisi spirituale, dovuta forse a un amore non corrisposto, prese gli ordini religiosi, gettando al fuoco molti dei suoi componimenti profani, fra i quali un poema latino Crateide.
Un volumetto, stampato nel 1693, ci trasmise le superstiti Poesie italiane e latine; di scarso rilievo quest'ultime (due egloghe, un'elegia, una piccola raccolta di distici e dodici epigrammi); più notevoli le prime, costituite da novantun sonetti, una canzone, una quartina e quattro madrigali. A esse sono da aggiungere altri sonetti e componimenti varî della giovinezza, rimasti quasi tutti inediti, e quasi tutti appartenenti alla maniera marinista. Lo S., nei sonetti della maturità, è non di rado verseggiatore robusto ed elegante; né può dirsi gli mancasse la sincerità del sentimento specie nei sonetti d'amore e nelle rime di "ravvedimento": quel che gli manca è la vera fantasia poetica. Per fuggire la moda barocca egli non seppe far altro che tornare all'imitazione del Petrarca e dei petrarchisti del Cinquecento (in particolare di Angelo Di Costanzo), onde la sua produzione ha valore soltanto come documento della stanchezza ingenerata dal marinismo, e della reazione che sboccherà nell'Arcadia.
Bibl.: F. Mango, Antimarinismo, Palermo 1888; V. Caravelli, P. S. e l'antimarinismo, Napoli 1889; B. Croce, Storia dell'età barocca in Italia, Bari 1929, pp. 258-271.