Pirroi
Uno dei quattro cavalli aggiogati al carro del Sole. Narra Ovidio nel II libro delle Metamorfosi (vv. 1-366) che Fetonte chiese a Febo suo padre, per avere una prova sicura di esserne il figlio, di guidare per un sol giorno il carro della luce.
Febo non glielo negò, ma consapevole del rischio che il figlio avrebbe corso lo ammoniva: " sors tua mortalis: non est mortale quod optas " (v. 56). Ma poiché l'ansia paterna non valse a dissuadere il figlio da una simile richiesta, Febo l'invitava a seguire almeno i suoi avvertimenti. Incapace di reggere i focosi destrieri, Fetonte venne trascinato nel cielo per insolite vie, dando fuoco alla terra e infiammando le costellazioni settentrionali. Cadde colpito dal fulmine di Giove nell'Eridano, presso le rive del quale lo piansero le sorelle Eliadi, trasformate in pioppi.
D., trattando in Cv IV XXIII delle quattro etadi, trova una corrispondenza prima nelle quattro stagioni dell'anno, poi nelle ore del giorno, che egli mette in relazione alle ore canoniche dell'ufficio: infino a la terza, e poi infino a la nona (lasciando la sesta...), e poi infino al vespero e dal vespero innanzi. E però li gentili, cioè li pagani, diceano che 'l carro del sole avea quattro cavalli: lo primo chiamavano Eoo, lo secondo Pirroi, lo terzo Eton, lo quarto Flegon, secondo che scrive Ovidio nel secondo del Metamorfoseos (§ 14). D. si richiama qui a Met. II 153-155 " interea volucres Pyrois et Eous et Aethon, / Solis equi, quartusque Phlegon hinnitibus auras / flammiferis inplent pedibusque repagula pulsant ".
È da tenere presente anche che i quattro cavalli del Sole, i quali in Igino (Fabularum liber CLXXXIII 3-4) sono elencati subito prima delle ore, per Fulgenzio Planciade (Mythol. I 11) simboleggiano le quattro parti della giornata. Per Lattanzio Placido (Narrat. fab. o Argum. Metani. Ovidii II 1) invece il carro tirato dai quattro cavalli fu preparato a Fetonte dalle Ore.
Bibl. - H.T. Silverstein, Two notes on Dante's Convivio, in " Speculum " VII (1932) 547 ss.; F. Ghisalberti, La quadriga del Sole nel Convivio, in " Studi d. " XVIII (1934) 69; A.E. Quaglio, nell'Appendice a Busnelli-Vandelli, Convivio, II 574-576.