PIRROTITE (da πυρρότης per il colore rossiccio del minerale)
La composizione chimica della pirrotite è espressa, grosso modo, dalla formula FeS (36,5% di S e 63,5 di Fe). Le analisi rivelano, però, sempre un eccesso di S che nelle pirrotiti sintetiche non oltrepassa il 6%. In base ai dati analitici si calcolano formule comprese tra Fe5S6 e Fe16S17. Non poche pirrotiti contengono Ni (e anche Co), quelle del Canada 2-3% in media, ma possono arrivare al 5-7%. Il Ni sarebbe da imputarsi, in massima parte, a granuli di pentlandite inclusi nelle masse pirrotitiche. La pirrotite è esagonale, con c = o,8701, si rinviene di rado in cristalli, di abito prismatico, o, più spesso, tabulare secondo {0001}, semplici o geminati (v. figura). Ha durezza 4, peso specifico 4,58-4,64; colore giallo bronzino a rosso rame e lucentezza metallica sulla frattura fresca. All'aria la pirrotite si appanna diventando bruna tombacco o bruna fegato, onde, una volta, il nome di "pirite epatica". È magnetica, perciò fu anche detta "pirite magnetica" o "magneto-pirite"; talora è polare. Il magnetismo diminuisce con l'aumentare del nichelio. Fusibile al cannello con sviluppo di SO2 e formazione di un globulo nerastro fortemente magnetico. Solubile in HCl con separazione dell'eccesso di S di cui si è parlato, contenutovi allo stato di soluzione solida. È per lo più un prodotto di segregazione magmatica e s'incontra nelle rocce eruttive basiche (gabbri, anfiboliti, ecc.), ma anche in taluni calcari metamorfici per contatto. In Italia si trova al Bottino presso Seravezza ove è assai comune; nella "zona basica d'Ivrea", che dal Biellese arriva fino al Lago Maggiore, essa dà luogo, specialmente alla periferia delle masse gabbriche, a concentrazioni di qualche entità sfruttate nel passato. Si trova anche a Brosso, Traversella, Miggiandone in Piemonte, all'Isola d'Elba, in Sardegna. Al Monte Somma (Vesuvio) si rinviene nei massi calcarei e più spesso nelle sanidiniti e anche nelle fumarole come prodotto pneumatolitico. Cristalli distinti provengono dal Monte Nevoso in Val Passiria (Trentino).
In paragenesi con pirite forma un poderoso banco a Bodenmais in Baviera; anche in Norvegia se ne hanno depositi cospicui. Ma i più importanti sono quelli di Sudbury nell'Ontario (Canada), ai margini di una potente intrusione di norite; attivamente sfruttati per il nichelio che contengono; essi dànno il 90-95% della produzione mondiale annua di Ni. Se priva di Ni, o con un tenore troppo basso, la pirrotite è, di solito, negletta dato che essa è meno ricca di S delle piriti. Qualora sia associata ad altri solfuri, che devono essere torrefatti per estrarne il metallo, essa viene utilizzata per ottenere H2SO4. Un tempo a Bodenmais serviva per preparare il vetriolo di ferro, esponendolo, dopo debole arroventamento, per 3-6 anni all'aria.