PISIS
. Quando i granduchi di Toscana vollero diminuire la lega delle loro monete d'argento per ragguagliarle al cresciuto prezzo di questo, si fecero scrupolo di pregiudicare la fama della loro officina di Firenze che doveva il suo maggiore credito alla misura serbata inalterata delle sue monete e le fecero coniare nella zecca di Pisa. Quando questa venne chiusa continuarono a porre sulle monete di titolo inferiore la parola Pisis, che si trova su quasi tutti i pezzi d'argento del Granducato nel periodo lorenese, tanto che vennero dette addirittura Pisis e in Germania Pisithaler.
Bibl.: Corpus Nummorum Italicorum, XI, tav. XXV, 23; XII, tav. XXVII, 22 e passim; A. Galeotti, Le monete del granducato di Toscana, Livorno 1929, p. 358; E. Martinori, La moneta, ecc., Roma 1915, s. v.