Pisístrato (ma Pisistràto in D., per esigenza di rima)
Tiranno di Atene (600 circa - 528 o 527 a.C.); dopo la vittoria sui Megaresi ottenne, a difesa della propria persona, una guardia armata, con la quale s'impadronì dell'acropoli (560), assumendo la dittatura sulla città e riuscendo a mantenerla sino alla morte.
Benché fosse un tiranno, venne tuttavia considerato dagli storici antichi con molta liberalità per le larghe vedute che ebbe nell'esercizio del potere politico e per l'abilità che rivelò in varie difficili occasioni: quando consolidò il predominio di Atene sull'Ellesponto e sulle isole dell'Egeo, pervenendo a stringere buone alleanze con Corinto e coi Tessali, e quando riuscì a mettere in opera una saggia politica di difesa della piccola proprietà, unitamente a un'ampia iniziativa nel campo delle opere pubbliche, dei giuochi e degli agoni drammatici.
D. ricorda una sua azione generosa tra gli esempi di mansuetudine del terzo girone (degl'iracondi), in Pg XV 94-105, allorché rispose alla moglie, la quale chiedeva vendetta per l'oltraggio subito della figlia, baciata in pubblico da un giovine di lei innamorato: " Si eos, qui nos amant, interficimus, quid iis faciemus, quibus odio sumus? " (Valerio Massimo Fact et dict. mem. VI I), e cioè, secondo la traduzione quasi letterale di D., Che farem noi a chi mal ne disira, / se quei che ci ama è per noi condannato? (vv. 104-105), traduzione che pur rende meno crudo l' " interficimus " con condannato (Marti, anche Salsano).
Nell'episodio dantesco è da rilevare, inoltre, la ben costruita struttura oratoria con cui la moglie di P. appella il sire de la villa [Atene] / del cui nome ne' dèi fu tanta lite [cfr. Ovidio Met. VI 70 ss.], / e onde ogne scïenza disfavilla, che ben introduce la massima pagana di tolleranza, così evidente tra due esempi del Nuovo Testamento (Gesù fanciullo e Maria nel tempio, e il martirio di s. Stefano), ed esprimente il valore della moralità classica in tema di temperanza e di saggio equilibrio umano. Da notare, infine, la lezione di molti codici: Phisistrato, o direttamente Fi-, su cui cfr. Petrocchi, ad locum.
Bibl. - M. Marti, in Lett. Dant. 972-973; F. Salsano, in Lett. Scaligera II 565-566.