Uomo politico romano (n. 101 a. C.); pretore (61), fu accusato di concussione (59) da Clodio, ma venne assolto e grazie all'appoggio di Cesare, suo genero, ebbe (58) il consolato; aiutò Clodio nella lotta per l'esilio di Cicerone; Clodio gli ottenne in ricompensa il governo della Macedonia, che resse fino ai primi del 55. Tornato a Roma, alle accuse relative al suo governo mossegli nella primavera del 55 da Cicerone (In Pisonem) rispose con una invettiva; in seguito (50) fu censore. Tentò poi di conciliare Cesare e Pompeo. Dopo l'uccisione di Cesare, richiese in senato l'esecuzione del testamento e la celebrazione dei funerali; avversò le pretese di Antonio, ma fu contrario alla condanna richiesta da Cicerone. Poi lasciò la politica e si dedicò agli studî, particolarmente alla filosofia epicurea. Si ritiene da molti che egli sia stato il proprietario della Villa dei papiri a Ercolano.