pispigliare
Si registra solo due volte, in rima, nel Purgatorio. Vale fondamentalmente " bisbigliare ", " mormorare ": che ti fa ciò che quivi si pispiglia? (V 12), " con mormorio si favella " (Landino); " il verbo è duro - nota il Mattalia - ... come se quel pispigliare fosse cosa del tutto vana ". Con costrutto impersonale, in XI 111 Colui [Provenzano Salvani]... Toscana sonò tutta; / e ora a pena in Siena sen pispiglia, " vix susurratur et murmuratur de eo tacite " (Benvenuto), cioè con " uno parlare che men esce dalla bocca ed ha pochissimo vigore " (Ottimo); si rilevi la contrapposizione con sonò. Nota l'Hatzfeld che il " verbo onomatopeico ... prolunga energicamente questa reprimenda di un ‛ maestro ' " (Lett. dant. 770).