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PISTACCHIO

di Domenico Lanza - Enciclopedia Italiana (1935)
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PISTACCHIO (fr. pistachier, pistache; sp. alfonsigo, arbol de los pistachos; ted. Pistazie, grüne Pimpernuss; ingl. pistachio, pistachio nut)

Domenico Lanza

S'indicano con questo nome tanto l'albero quanto il frutto della Pistacia vera L. della famiglia Anacardiacee. L'albero è di mediocre altezza, a rami diffusi e tortuosi, resinoso, di lento sviluppo. Ha foglie caduche imparipennate a 1-2 coppie, raramente 1-foliolate; foglioline subcoriacee, glabre, lucide, verde chiaro, sessili, grandi, ovali, ottuse o mucronulate, con elegante sottile nervatura reticolata prominente. Fiori dioici in pannocchie ascellari, apetali, gli staminiferi con calice 5-partito e 5 stami, i pistilliferi con calice 3-5-partito e ovario 1-loculare sormontato da uno stilo brevissimo e 3 stimmi a spatola arcuati. Il frutto è drupaceo, ovatobislungo, apiculato, giallastro o rossigno, lungo 20-25 mm. e largo la metà, con mesocarpo quasi secco, endocarpo osseo bianchiccio ovale formato da 2 valve connesse a spigolo, contiene un seme rivestito da una pellicola violacea, senza albume e con due cotiledoni piano-convessi, verdi. Questi semi di delicato sapore, leggermente aromatici, contengono grassi e zucchero, si mangiano freschi e secchi e sono assai pregiati e largamente usati nella confezione di dolci, gelati e vivande varie.

Il pistacchio probabilmente cresce spontaneo nella Siria e nella Mesopotamia; di là, scrive Plinio, fu portato in Italia e nella Spagna nella prima metà del sec. I d. C. Secondo Planchon, la P. vera sarebbe una razza derivata per via di coltura da P. terebinthus L. Oggi il pistacchio è coltivato estesamente nell'Asia Minore, in Sicilia e a Tunisi; la sua coltura in altri punti del Mediterraneo non ha importanza. La produzione maggiore e migliore è quella siciliana.

In Sicilia il pistacchio viene chiamato fastuca (arabo fustuq), ciò che fa pensare a un'introduzione araba nell'isola. La sua coltivazione occupa circa ha. 4000, di cui la maggior parte nelle provincie di Catania e di Girgenti. L'esportazione annua media nel quinquennio 1927-31 è stata di q. 2400 di pistacchi sgusciati. Si adatta a terreni magri e sassosi; richiede poche cure colturali. Spesso il prodotto è scarso per mancanza di sufficiente numero d'individui maschili. Si moltiplica per innesto sul terebinto (P. terebinthus L.; siciliano: scornabecco) selvatico, in posto stesso dove questo è cresciuto spontaneo, poiché non sopporta il trapianto. Solo di recente si è piantato qualche pistaccheto con piantine di pistacchio o di terebinto da seme, da innestare le une e le altre. L'innesto viene anche sul lentisco (P. lentiscus L.), ma si ottengono piante assai meschine. Raramente nei pistaccheti siciliani si hanno piante staminifere di P. vera, per lo più la fecondazione della P. vera pistillifera è affidata al terebinto staminifero spontaneo. Di conseguenza, i semi che si ottengono dànno luogo ad individui ibridi di P. vera x terebinthus con caratteri intermedi fra i genitori ed a frutto non utilizzabile, donde la necessità dell'innesto. Ma anche quando si abbiano piantine pure provenienti da semi di P. vera fecondati con polline di P. vera, è praticamente necessario ricorrere allo innesto sia per affrettarne la fruttificazione, sia per ottenere la giusta proporzione e distribuzione di piante staminifere e pistillifere.

Le foglie del pistacchio presentano sovente galle in forma varia di borse, o di corni talvolta assai grandi, determinate da varie specie di afidî del genere Pemphigus. I frutti da giovani vengono attaccati da un piccolo imenottero, il Megastigmus Ballesteri Rond., la cui larva rode la mandorla, distruggendo parte, anche assai rilevante, della produzione.

Vedi anche
gastronomia Complesso delle regole e delle usanze relative all’arte culinaria, che nella preparazione dei cibi privilegia l’aspetto del godimento dei sensi rispetto ai bisogni meramente nutrizionali. La gastronomia ha per oggetto la preparazione dei cibi, la loro successione e il loro accostamento durante il pranzo ... Etna Il più alto vulcano attivo d’Europa, detto anche Mongibello, che sorge a metà della costa orientale della Sicilia. La regione etnea, delimitata dal corso dell’Alcantara e da quello del Simeto, ha un perimetro di 212 km e una superficie di 1570 km2. L’edificio etneo presenta un diametro basale di circa ... Agrigento (gr. ᾿Ακράγας) Comune della Sicilia (244,6 km2 con 59.082 ab. nel 2007), capoluogo della omonima provincia. Il centro è situato a 230 m s.l.m. su un colle spianato, a ca. 4 km dalla costa; la città attuale occupa solo la parte più elevata dell’acropoli della città antica. Solo nella seconda metà del ... Trinacria Antico nome della Sicilia presso i Greci (comp. di τρεῖς «tre» e ἄκρα «promontorio»). Gli antichi ritenevano che fosse l’isola chiamata da Omero Θρινακίη; più tardi se ne inventò un eponimo in Trinaco, eroe leggendario o primo re dell’isola. ● Recava sul rovescio la figurazione simbolica della Trinacria ...
Altri risultati per PISTACCHIO
  • pistacchio
    Enciclopedia on line
    Nome comune di Pistacia vera (v. fig.), della famiglia Anacardiacee, e del suo frutto. Il p. è un alberello con chioma irregolare che raggiunge 5 m d’altezza. Ha foglie imparipennate a 1-2 coppie di foglioline subcoriacee, lucide, ovali; i fiori sono dioici, apetali e riuniti in pannocchie. Il frutto ...
Vocabolario
pistàcchio
pistacchio pistàcchio s. m. [dal gr. πιστάκιον; cfr. lat. pistacium]. – 1. Albero della famiglia anacardiacee appartenente al genere Pistacia (lat. scient. Pistacia vera), alto fino a 5 m, con foglie di solito composte da tre foglioline,...
pistacchiéto
pistacchieto pistacchiéto s. m. [der. di pistacchio]. – Terreno piantato a pistacchi, o bosco spontaneo in cui predomina il pistacchio.
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