pistarolo
s. m. e agg. Chi o che segue piste investigative, con particolare riferimento alle inchieste giornalistiche.
• Abbiamo svelato ieri, grazie al nostro Alberto Di Majo e all’inossidabile Umberto Pizzi, che tutte le ricostruzioni offerte dai pistaroli di professione si infrangono sul muro di marmellata eretto dal racconto del nostro fotoreporter. Niente combacia con le tesi dei pistaroli: la foto non è del 2006 ma del 2003, lo scatto è quello sbagliato, il personaggio sospettato in prima battuta è un dirigente della Bmw, il secondo che noi abbiamo mostrato per ora non si sa chi sia, il ricevimento al quale partecipava tutto il bel mondo della Roma potentona non era in Vaticano ma all’ambasciata tedesca. (Mario Sechi, Tempo, 31 maggio 2010, p. 1, Prima pagina) • Sostiene il republicones pistarolo e un tantino mozzorecchi Piero Colaprico, alter ego dell’antitwitter che fa grande dispendio di parole: [Silvio] Berlusconi è reo di concussione e alla fine potrebbe cavarsela se sotto il regno di [Mario] Monti fosse modificata la dizione di quel reato, che implica violenza o minacce a un pubblico ufficiale (Giuliano Ferrara, Giornale, 1° aprile 2012, p. 1, Prima pagina) • Abbiamo già ragionato qui sulle buone e sulle cattive notizie. I media fanno gran parte del lavoro, tenendo in prima info ad alto grado di angoscia. Ma senza la nostra attiva collaborazione il giochino non funzionerebbe. Ci sono giornalisti pistaroli del male che se per caso si imbattono in qualcosa che funziona, minimizzano e scartano con fastidio. Fastidio che spesso risuona in chi legge: sperimentato anche di recente. (Marina Terragni, Avvenire, 1° giugno 2017, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. f. pista con l’aggiunta del suffisso -arolo.
- Già attestato nella Stampa del 19 agosto 1979, p. 11, Dall’Interno e dall’Estero.