PISTONE
. Congegno applicato ad alcuni strumenti a fiato fin dal 1844, anno in cui il Blühmel, nel tentativo di applicare ai corni i tubi di ricambio in maniera maggiormente pratica e celere, ebbe l'idea dei cosiddetti pistoni che diedero all'esecutore la possibilità di ottenere facilmente suoni uguali su di ogni grado della scala. Lo Stolzel ne fece la pratica applicazione.
Il meccanismo dei pistoni è molto semplice: al tubo dello strumento viene applicato un gruppo di tre ritorti di diversa grandezza. Ognuno di essi è munito di una valvola, e quando una di queste è premuta dal dito del sonatore, l'aria invece di passare soltanto nel tubo principale, è costretta a passare anche nel ritorto supplementare messo in comunicazione dalla valvola stessa. Per tal modo, allungandosi il tubo sonoro, l'estensione grave dello strumento viene aumentata. Dei tre ritorti suddetti, il più corto abbassa lo strumento di un semitono, quello mediano di un tono e quello più lungo di una terza minore (un tono e mezzo). Combinando insieme il movimento dei tre pistoni, lo strumento viene ad avere un'estensione di sei semitoni nel registro grave.
Questa applicazione, fatta dapprima nel corno, venne in seguito adottata anche per le trombe e i tromboni. La costruzione dei pistoni, che da principio era alquanto difettosa, fu in seguito perfezionata da fabbricanti belgi e francesi. Si applica anche un sistema di quattro pistoni agli ottoni di registro più basso e A. Sax ha anche immaginato un sistema di pistoni indipendenti che però non è ancora da tutti adottato.
Negli organi più moderni si usano come registri i pistoni pneumatici che sopprimendo ogni meccanismo, trasmettono direttamente il movimento per mezzo dell'aria compressa.