PITCAIRN (A. T., 162-163; 164-165)
Piccola isola solitaria dell'Oceano Pacifico, situata all'estremo limite sud-orientale della Polinesia, a 25° 5′ lat. S. e a 130° 5′ long. O., quasi a metà strada fra Auckland (Nuova Zelanda) e Callao (Perù). Fu scoperta nel 1767 da P. Carteret, il quale la battezzò col nome del giovane cadetto che primo la vide. Ha una superficie di soli 5 kmq. ed è alta e montuosa, e d'origine vulcanica; le sue coste dirupate e fronteggiate da numerosi scogli sono battute violentemente dalla risacca e non permettono lo sbarco che in pochi punti. Nel 1790 vi si stabilì una parte (9 persone) dell'equipaggio della nave inglese Bounty, che si era ammutinato dopo la partenza da Tahiti (v. bligh, william). I nove ammutinati, che trovarono l'isola disabitata, erano accompagnati da 12 donne e 6 uomini di Tahiti. Per quasi venti anni più nulla si seppe di loro e della Bounty (un gruppo di ribelli rimasto a Tahiti era stato catturato nel 1791 dalla fregata inglese Pandora), finché il loro solitario rifugio non fu scoperto casualmente dalla nave americana Topaze nel 1808. Uno solo degli ammutinati era ancora vivo, Alexander Smith, che si era cambiato il nome in quello di John Adams. Gli altri bianchi erano tutti periti tragicamente. John Adams, pentitosi della vita trascorsa, si era dedicato alle pratiche religiose e all'educazione dei numerosi meticci anglo-tahitiani discendenti degli ammutinati; perdonato dal governo inglese, morì a 65 anni nel 1829.
Nel 1831, dopo un periodo di grande siccità, per timore della fame gli abitanti di Pitcairn si trasferirono a Tahiti, dove la regina Pomaré IV aveva loro ceduto un tratto dell'isola; ma l'anno dopo tornarono a Pitcairn, disgustati della vita licenziosa che si conduceva a Tahiti. Nel 1839 la Gran Bretagna proclamò la sua sovranità su Pitcairn; nel 1856, sembrando ormai troppo scarse le risorse dell'isola per la cresciuta popolazione (194 persone), questa in massa fu trasportata nell'isola Norfolk; nel 1859, peraltro, una quarantina di persone tornarono ancora una volta a Pitcairn, la quale costituisce attualmente una colonia britannica, governata da un consiglio di sette membri (con un presidente che ha pure funzioni di magistrato-capo e un vicepresidente che è anche segretario del governo) soggetto al controllo dell'alto commissario per il Pacifico occidentale.
Gli abitanti, che erano 140 nel 1914 e 174 nel 1921, vivono nel villaggio di Adamstown. L'isola è assai fertile e produce patate dolci, legumi, mais, canna da zucchero, igname, taro, aranci, ananas, manghi, noci di cocco e ottimo caffè; vi sono circa 200 capre selvatiche. Fanno parte della colonia le disabitate isole Oeno (un atollo di 65 km. di perimetro, coperto di cocchi), Ducie e Henderson (o Elizabeth): con queste essa raggiunge una superficie di 17 kmq.
Come nell'isola di Pasqua e in altre isole della Polinesia, si sono trovati a Pitcairn grandi marae (spazî rettangolari pavimentati e circondati da un muro alto fino a 2 metri), statue di pietra e scheletri umani sepolti presso i marae, con conchiglie di ostriche perlifere che non esistono a Pitcairn, ma che abbondano a Mangareva, una delle isole Paumotu.
Bibl.: A. Mc Farland, Mutiny in the "Bounty" and Story of the Pitcairn Islands, Sydney 1884; R.A. Young, Mutiny of the "Bounty" and Story of Pitcairn Island, 1790-1804, Oackland 1894; R. A. Hermann, Die Bevölkerung der Insel Pitcairn, in Petermanns geogr. Mitt., 1901; Ch. Chauvel, In the Wake of "The Bounty", Sydney 1933.