PITEA
. Conosciamo dalla tradizione letteraria due artisti di questo nome. Uno fu pittore, nativo di Bura in Acaia (Steph. Byz., s. v. Βοῦρα), e aveva dipinto un elefante esistente a Pergamo, assai noto: la presenza dell'opera a Pergamo potrebbe far pensare per quanto riguarda l'età dell'artista al periodo ellenistico.
L'altro P. fu toreuta: Plinio (Nat. Hist., XXXIII, 136) racconta che una sua tazza con la rappresentazione di Ulisse e Diomede che rapiscono il Palladio fu venduta a carissimo prezzo; di lui si ricordavano altri vasi con scene di genere e si celebrava la grande purezza di esecuzione. Il carattere dei soggetti trattati può far pensare anche per questo all'età ellenistica.
Bibl.: I. Overbeck, Ant. Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 2109 e 2167; H. Brunn, Geschichte der griechischen Künstler, Stoccarda 1889, II, par. 292, e par. 400 e 410.