Vedi PITINUM MERGENS dell'anno: 1965 - 1996
PITINUM MERGENS
Città dell'Umbria, compresa nell'ager gallicus, menzionata da Plinio (Nat. hist., iii, 114) e da Tolomeo (3, 1, 46), e ricordata in varie iscrizioni (C.I.L., xi, 6123, 5965).
Iscritta alla tribù Crustumina, fu municipio e condivise i patroni con la vicina Forum Sempronii; retta dalle usuali magistrature municipali di alcune delle quali le iscrizioni ricordano i munera municipalia, ossia le largizioni ai decurioni ed alla plebe urbana.
Collocata dagli itinerarî lungo la via Flaminia tra il Vicus Cales e Forum Sempronii, se ne è potuta determinare l'ubicazione a 4 km da Acqualagna verso Cagli, presso la confluenza del Candigliano e del Burano, a Pian di Valeria, e precisamente nella zona contraddistinta dai nomi Pole, Palazzo, Valeriana, Colombara, Capiano, Catiarno.
Centro dell'antico abitato doveva essere Pole, come ne fan fede le iscrizioni onorarie e monumentali ivi rinvenute e le strutture murarie di pubblici edifici tra cui molto probabilmente è da riconoscere un teatro, recentemente rimesso in luce in alcuni tratti.
Il territorio era limitato tra i fiumi Candigliano e Metauro. Dopo la distruzione di Pitinum Mergens, erede sarebbe stata l'Abbazia Benedettina di S. Silvestro d'Isdeto.
Molto probabilmente si riferisce a Pitinum Mergens il vescovo Romanus rappresentato nel Sinodo Romano del 449 dal vescovo di Amiterno.
Bibl.: C. I. L., XI, p. 876, nn. 5954-5987; H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1883, II, p. 382; G. Buroni, Pitino Mergente, Milano 1933; L. Banti, in Pauly-Wissowa, XX, 1950, cc. 1850-1859, s. v. Pitinum, n. 2.