CACTUS, Pittore dei
Ceramografo attico, al quale fu dato questo nome dalla Haspels, che interpretò come rami o "pale" di cactus gli steli muniti di foglie, con aculei in cima, che compaiono tra le palmette della decorazione dei vasi dipinti a figure nere attribuitigli. Ma la forma di questi steli ricorda molto più le infiorescenze dei cardi, comunissimi in Grecia, che le foglie di un cactus (a parte il fatto che tali piante, importate dall'America, erano ignote all'antichità). Lo stile di questo pittore, che raggiunge con la sua attività la fine del VI sec. a. C., è estremamente delicato: gli eroi delle sue scene compiono generose imprese apparentemente senza sforzo, con un'aria di pacata superiorità. I particolari del disegno sono molto curati: le capigliature, per esempio, sono eccezionalmente soffici. Al Pittore dei C. sono attribuite sei lèkythoi ed un'òlpe. Il migliore dei suoi vasi è quello di Berlino n. 3261, con Eracle presso l'albero delle Esperidi, al quale si attorciglia un serpente. Serpenti compaiono ancora, in atto di attaccare un giovane, su altre due lèkythoi, una già ad Atene in collezione privata ed una nel Museo Naz. di Atene.
Bibl.: C. H. E. Haspels, Attic Black-figured Lekythoi, Parigi 1936, pp. 61-62 e 198; J. D. Beazley, Black-fig., p. 472.