TROFEO, Pittore del
Ceramista attico a figure rosse operante nei decennî immediatamente successivi alla metà del V sec. a. C.
La sua opera è limitata a un gruppo di piccole pelìkai e altri vasi di dimensioni modeste. Tuttavia entro questi esigui termini il pittore sa esprimere una personalità assai notevole per il segno incisivo e per la contenuta efficacia dell'esposizione. La pelìke di Boston con una Nike che decora un trofeo, da cui l'artista prende il nome, è per le forme urtate e raccolte tra le sue opere meno caratteristiche. Il suo tema più ripetuto è un dialogo tra due figure femminili, in genere occupate a far musica. E in queste scene tra le più comuni in questo periodo artistico, egli sa introdurre una gravità e una monumentalità inattesa per così modesti piccoli vasi, e persino eccezionale nella tradizione un poco molle ed esteriore del gruppo di Polygnotos in cui il nostro artista viene fatto rientrare. Le forme incisive ed essenziali degli atti e dei panneggi ricordano ancora la severità del Pittore dei Niobidi: i gesti delle figure hanno un senso di finalità anche se si tratti solo di porgere una cetra. E in colloqui così tesi ed essenziali una nota di imprevedibile suggestione è data dalla singolarissima figura di Atena veduta di fronte e seduta su una roccia invisibile, in uno scorcio sottile e drammatico nell'anfora nolana del British Museum E. 316.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig. in Am. Mus., p. 161; id., Vasenm. rotfig., p. 364; id., Red-fig., p. 718.