AURORA, Pittore dell'
Ceramografo etrusco al quale è stato attribuito questo nome dalla rappresentazione dell'A. su uno dei più bei vasi falisci: il cratere a volute 2491 del Museo di Villa Giulia a Roma, proveniente da Faleri. Le due figure principali della rappresentazione s'interpretano come Eos e Kephalos che avanzano sulla biga in mezzo al cielo animato da stelle e da uccelli ed al mare popolato da mostri marini. Qui gli animali sono perfettamente incorporati nella scena e partecipano al movimento generale, ciò che si trova difficilmente, reso in così alto grado, in altri vasi etruschi ed apuli. Le figure del lato opposto sono state interpretate dal Savignoni non più come Boreas ed Orethya, bensì come Peleo e Tetide, al bagno. Le palmette sotto le anse sono molto simili a quelle del Gruppo di Diespater; anche qui ci sono tre punti bianchi ad ogni lato del petalo centrale ed un punto bianco nel centro della voluta. Il legame che incornicia la palmetta partendo dal cuore si ritrova nello stàmnos 1755 di Villa Giulia ed in altri vasi falisci. Sul collo del cratere si riscontrano quattro tipi di ornato (vedi descrizioni nel Beazley, pp. 83-84) alcuni dei quali per certi principî si possono avvicinare a vasi apuli. Al Pittore dell'A. si attribuisce inoltre lo stàmnos 3592 di Villa Giulia, cui forse si può aggiungere uno skỳphos da Narce. Il pittore appartiene al primo periodo della produzione falisca, quando il disegno, reso per mezzo della linea a rilievo, raggiunge un alto livello d'eleganza formale.
Bibl.: J. D. Beazley, Etr. Vase-paint., pp. 7 e 80-85.