COEFORE, Pittore delle
Il primo pittore vascolare lucano riconosciuto è denominato Pittore delle C. per la predilezione che mostra per l'episodio della prima scena delle Coefore di Eschilo che egli riproduce in versioni più o meno ampie e spesso svuotate del loro contenuto, sì da diventar generici incontri presso la tomba.
Scolaro del Pittore di Creusa, da lui assimilò molto dello stile: il suo disegno è tuttavia assai trasandato e, coll'avanzare della produzione, tende ad imbarbarirsi. Ebbe una scuola che portò poi all'estremo tale imbarbarimento. Si suole datare l'attività del Pittore delle C. fra il 360 e il 330.
Gli sono stati attribuiti una quarantina di vasi. Le figure di fronte sono caratterizzate da un volto quadrato incorniciato dai capelli a massa. Altre figure stanti hanno il volto di profilo, imbronciato, con occhi sorpresi; il petto è di prospetto o di tre quarti: si appoggiano su una gamba mentre l'altra è flessa al ginocchio. Nelle vesti appaiono spesso strisce in vernice nera. Come riempitivi intrusi ritornano spesso Eros o un sileno. Sul collo delle nestorides e di altri vasi sono rappresentati animali o scene di combattimento, tipico lo scudo rotondo con un epìsema a stella. Altra caratteristica di questo pittore è l'abbondanza di vasi che egli riprodusse nelle scene che dipinse, e non solo in quelle che si svolgono presso la tomba.
Bibl.: A. D. Trendall, in Studies Presented to D. M. Robinson, II, Saint Louis 1953, p. 114 ss., tav. 38 ss.; A. D. Trendall, Vasi antichi dipinti del Vaticano: Vasi italioti ed etruschi a figure rosse, Città del Vaticano 1953, p. 5.