ANFIARAO, Pittore di
1°. - Ceramografo corinzio, detto così dal cratere di Berlino F 1655, decorato su una faccia con la partenza di Anfiarao. Non deve esser confuso con un pittore corinzio assai anteriore, che ha dipinto la pyxis frammentaria Egina 267 ed è chiamato da alcuni Pittore di Anfiarao (v. Telestrophos, Pittore di). Al Pittore di A. è stato attribuito un frammento di vaso a Monaco (inv. n. 6568); forse è suo anche un secondo frammento ceramico all'Aia. Un cratere a Napoli (MN F 101) sembra essergli vicino per lo stile, ma è troppo restaurato e ridipinto per permettere un giudizio.
Il cratere di Berlino, l'unica opera che ci possa far giudicare il Pittore di A., è il migliore vaso corinzio del periodo 570-540 a. C. Il pittore vi si mostra sicuro disegnatore, buon artista e abile compositore. Nella scena principale, la partenza di A., ha saputo accentrare l'attenzione sulla figura del protagonista e sottolinearne il tragico destino. Sulla faccia opposta ha volontariamente trascurato i particolari minuti per rendere più evidente l'impressione generale di rapidità e di gara.
Secondo alcuni studiosi, le due scene narrative del cratere si ispirerebbero a pitture monumentali. Per il Benson, anzi, il pittore sarebbe stato attivo unicamente nel campo della grande pittura e solo in via di eccezione avrebbe dipinto un vaso. Il cratere vaticano 126, attribuito al Pittore di A. dall'Albizzati, non gli appartiene ed è qualitativamente inferiore. Il Benson lo attribuisce al "Pittore dei gruppi di tre fanciulle" (v. tre Fanciulle, Pittore delle).
Bibl: Furtwängler-Reichhold, III, p. i ss., tav. 122 s.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, I, Monaco 1923, p. 221; C. Albizzati, Vasi antichi dipinti del Vaticano, Città del Vaticano 1924, pp. 43, 45 ss., n. 126; H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 111; 139 ss.; 329, nn. 1471-1473; A. Rumpf, Malerei u. Zeichnung, in Handbuch d. Archäologie, Monaco 1953, p. 52; J. L. Benson, Geschichte d. Korinth. Vasen, Basilea 1953, pp. 59, n. 102; 83 s.