ABERDEEN, Pittore di
Ceramografo attico, la cui attività può esser limitata entro il terzo quarto del V sec. a. C. Si tratta di un modesto artista, la cui formazione è da seguire nella cerchia del Pittore di Pentesilea; ma presto si distacca da questo ambiente, per molti aspetti ormai esaurito di possibilità nuove e sempre più digradante verso forme di trascuratezza impulsiva e confusa. A questo indirizzo il Pittore di A. riesce a contrapporre abbastanza felicemente un suo spirito di composta classicità, cosicché all'impulso incontrollato sostituisce una visione quieta e raccolta, componendo con studiata monumentalità gruppi e figure. In un'epoca in cui le qualità formali del disegno sembrano come disgregarsi in manierismi e in inquiete ricerche, questi aspetti di gravità, di interezza classica appaiono abbastanza peculiari e significativi sì da costituire una fisionomia precisa. Malgrado che questo pittore si limiti alla decorazione di coppe e di piccoli vasi, un tono elevato e quasi monumentale può intendersi in figure statuarie quali l'Apollo con il cervo nella coppa di Spina (nel Museo Archeologico di Ferrara) e nel gruppo gravemente eroico della Collezione Faina (a Orvieto): altre volte la solennità delle immagini si accompagna a sottili intenzioni decorative, come nella coppa G 452 del Louvre con la partenza di Triptolemos.
Bibl.: J. D. Beazley, C. V. A. Oxford, II, p. 108; id., Red-fig., p. 604.