ACHELOO, Pittore di
Ceramografo attico, la cui attività si data entro i decennî 530-510 a. C., vale a dire nell'ultima generazione di pittori di vasi a figure nere. Gli si assegnano più di trenta vasi, per lo più di grandi o medie proporzioni, tra i quali domina naturalmente la forma più tipica e corrente dell'epoca, l'anfora a collo separato (dagli studiosi di lingua inglese detta neckamphora). Non mancano crateri e idrie, come quella da Vulci, al Vaticano, con uomini e donne alla fontana. Il Pittore di A. si ricollega al gruppo di Leagros (v.) per il genere sobrio e vigoroso delle figurazioni. J. D. Beazley, D. v. Bothmer e altri hanno rilevato ripetutamente dei tratti di umorismo nell'animazione e nella vitalità quasi aggressiva delle sue figure. Il nome è dovuto all'anfora 1851 di Berlino con una raffigurazione della lotta di Eracle ed Achebo, rappresentato quest'ultimo sotto forma di centauro.
Bibl: J. D. Beazley, Black-fig., 1928, pp. 28, 46; id., Development, p. 86; D. v. Bothmer, in Journ. Hell. Stud., LXXI, 1951, p. 40; J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 382 ss.