AIACE, Pittore di (detto anche Maler des gestikulierenden Reiters)
Ceramografo corinzio, uno dei migliori pittori del primo e dell'inizio del secondo quarto del VII sec. a. C. (Protocorinzio Medio). Il nome di Pittore di A., con cui egli è solitamente indicato, deriva dall'arỳballos dei Musei di Berlino n. 3319, con la rappresentazione del suicidio di Aiace. Già il Furtwängler (1895) aveva veduto che al Pittore di A. doveva essere attribuito anche l'arỳballos di Berlino, n. 3318; successivamente altri studiosi hanno aumentato il numero dei vasi, in gran parte arỳballoi, a lui attribuibili. Il Pittore di A. è un contemporaneo del Pittore di Tolosa e del Pittore di Corneto, con i quali divide il merito di aver introdotto a Corinto la tecnica a figure nere, cioè la silhouette vivificata dall'incisione, o, almeno, di averle dato un notevole impulso. È un innovatore. Se il frammento di un coperchio di pyxis (Egina n. 265) è un tardo lavoro del pittore, come han suggerito il Robertson e il Dunbabin, egli sarebbe il primo, o uno dei primi, a Corinto, a usare la policromia: il demone alato dipinto sul frammento ha le ali a penne alternate gialle e rosse. Il Pittore di A. è forse il primo a introdurre nella decorazione vascolare le scene narrative a soggetto mitologico (centauromachia, ratto di Elena, suicidio di A.), allargando considerevolmente il repertorio limitato del Protocorinzio. A queste scene narrative egli ha dato un notevole sviluppo a scapito del fregio a figure di animali.
La tecnica a linea di contorno è in lui eccezionale; usa l'incisione e la sopradipintura in rosso assai più estesamente dei pittori corinzi contemporanei. Sembra essere il primo ad indicare con l'incisione la struttura interna dei corpi degli animali (costole del leone sull'arỳballos di Berlino, n. 3318). Il disegno è accurato, più sicuro negli animali, per i quali esisteva già a Corinto una tradizione di scuola, che nelle figure umane, nelle quali è evidente lo sforzo del pittore di contenere nei limiti di uno stile miniaturistico una scena narrativa complessa. Malgrado ingenuità, incertezze e sproporzioni, dipendenti dal fatto che tenta una strada nuova su cui gli manca il sostegno di una tradizione di scuola, l'effetto generale è notevole, dovuto specialmente alla vivacità e al movimento che il pittore sa dare alle figure. La caccia al leone (arỳballos di Berlino, n. 3318) con il massiccio corpo della belva che si stende obliquo rispetto al fregio, è una novità: si allontana non solo dalle scene di caccia, quasi contemporanee, del Pittore di Aetos, ma dallo schema usuale delle raffigurazioni di caccia al leone del VII sec. a. C. Nel tardo arỳballos di Boston, n. 95.12, si nota un evidente progresso nella concezione e composizione della scena narrativa. I vasi del Pittore di A. sono uno dei più antichi documenti della esistenza di una primitiva scuola di pittura a Corinto, della quale è ricordo nelle fonti letterarie.
Bibl: A. Furtwängler, Erwerbugen der Antikensammlungen in Deutschland. Berlin, in Jahrbuch, X, 1895; K. F. Johansen, Vases Sicyoniens, Parigi 1923, p. 92; W. Kraiker, Aigina. Die Vasen d. 10. bis 7. Jhdts., Berlino 1951, pp. 16 s., 42, 50, nn. 191 e 265; J. L. Benson, Geschichte d. korinthischen Vasem, Basilea 1953, p. 14, n. 5 (Maler des gestikulierenden Reiters); T. J. Dunbabin-M. Robertson, Some Protocorinthian Vase-Painters, in Annual Brit. School Athens, XLVIII, 1953, p. 176.