AMBROSIOS, Pittore di
Pittore di vasi attico, attivo negli ultimi due decenniA del VI sec. a. C. Il nome di A., che gli è rimasto a distinguerlo, appare su una coppa della Collezione Faina in Orvieto: esso può essere un'acclamazione, oppure semplicemente il nome della figura. J. D. Beazley gli attribuisce trentadue coppe e un piatto, che formano una base sufficiente alla conoscenza di questa singolare personalità. Si tratta di un artista duro e inarticolato, di scarse possibilità espressive se lo si avvicina a tante nature più ricche o più intense tra i pittori contemporanei. Tuttavia, forse appunto in considerazione della limitazione stessa dei suoi orizzonti e della sua innata mancanza di flessibilità, non di rado riesce a realizzare immagini vive ed efficaci per un loro aspro, immediato vigore. Ineguaglianze e dislivelli sono abbastanza frequenti nell'opera del Pittore di A. dove, accanto a momenti di equilibrio e di ritenutezza ammirabili - si veda ad esempio il piatto Acrop. 17 - troviamo più spesso forme trascurate e grossolane. È estremamente difficile intendere fino a che punto quei tratti che alcuni critici moderni intendono come umoristici, corrispondano o no ad intenzioni, anche imprecisate, degli artisti arcaici. È peraltro indubbio che il vigore, la concentrazione, la limitatezza di visione del Pittore di A. determinano spesso aspetti curiosamente sforzati e di apparenza quasi caricaturale. Intenzionale o no, l'opposizione esasperata tra il candore quasi infantile di Deianira e la sensualità ghiottona del centauro galante dal naso arricciato nella coppa E 42 del British Museum, costituisce uno dei più espressivi quadretti di costume fissati dai pittori di vasi del primo arcaismo.
Bibl: J. D. Beazley, Red-fig. in Am. Mus., p. 19; id., Vasenm. rot-fig., p. 38; id., Red-fig., p. 71.