AMYKOS, Pittore di
Ceramografo protoitaliota. Assieme al Pittore di Pisticci, che iniziò la sua attività poco prima di lui, appartiene al gruppo A ("protolucano") delle officine italiote dell'ultimo trentennio del V sec. a. C.
La sua produzione fu assai vasta. Furono preferiti dal Pittore di A. i crateri a campana sui cui lati secondarî egli dipinse il solito motivo dei giovani ammantati; la faccia principale ha scene di contenuto dionisiaco ed erotico. Dipinse anche la Nestorìs (v. Nestore).
La prima fase di attività è, per stile e per contenuto, assai affine alla produzione del Pittore di Pisticci, tanto che è difficile distinguere le due mani: si potrebbe supporre pertanto, se non altro, che il Pittore di A. sia stato scolaro del Pittore di Pisticci e che abbia lavorato nella stessa officina. Più tardi la produzione del Pittore di A. rivela una più netta individualità, che sviluppa un proprio manierismo e si allontana dai modelli originariamente attici.
In questa prima fase, frequenti sono i vasi con sileni e menadi, vicini a quelli del Pittore di Pisticci: caratteristico, invece, è il tipo del sileno panciuto. Nella fase di transizione sono presenti quei particolari stilistici che saranno cifre della sua maniera (profili con angolo facciale tipico, mani con dita ricurve e disossate, pieghe dei panneggi ad uncino, ecc.): abbastanza felici le figure sileniche di prospetto o di tre quarti: in complesso, però, il disegno non è molto curato; le scene sono prive di vivacità, i volti assorti ed inebetiti. La fase più alta è rappresentata da un gruppo non numeroso di vasi dipinti con figure precise nel disegno, anche se inespressive, nelle quali è notevole la ricerca di resa sicura dei particolari. Anche le composizioni sono più indovinate e in certi casi il Pittore di A. riesce ora a creare pitture fra le più spigliate e vive della ceramografia italiota.
La fase tarda, alla quale appartengono vasi con interessanti raffigurazioni mitologiche, è caratterizzata da un disegno affrettato e poco diligente: le composizioni, abbastanza ricche di personaggi accostati, danno in complesso un'impressione di provincialismo e di povertà di ispirazione. Le figure si fanno più slanciate, angolose, con teste piccole.
La produzione più tarda del Pittore di A. dimostra quanto egli si sia allontanato dal Pittore di Pisticci: tuttavia fra le prime opere e le ultime c'è una continuità senza interruzione: tanto che non è assurda l'ipotesi proposta dal Trendall che il Pittore di Pisticci e quello di A. siano una sola personalità; per ora, però, mancano gli elementi materiali per affermare che i vasi del Pittore di Pisticci siano le prime opere del Pittore di Amykos.
Per altri ceramografi della stessa cerchia v. Lucani, vasi.
Bibl: N. Moon, in Papers of the British School at Rome, XI, 1929, p. 37; C. Watzinger, in Furtwängler-Reichhold, III, 1932, p. 346 s.; F. Magi, in Rend. Pont. Acc., XI, 1935, p. 119 ss.; A.D. Trendall, Frühitaliotische Vasen, Lipsia 1938, p. 12 ss.; id., Handb. to the Nicholson Museum2, Sydney 1948, p. 317 s.; id., Vasi antichi dipinti dal Vaticano: Vasi italioti ed etruschi a figure rosse, Città del Vaticano 1953, p. 2 ss.