BOWDOIN, Pittore di
Ceramografo attico della tecnica a figure rosse, attivo entro il secondo quarto del V sec. a. C. La sua produzione, abbondantissima e in massima parte scadente (J. D. Beazley gli attribuisce più di duecento vasi), è circoscritta entro il mondo fragile e limitato delle lèkythoi, con intrusione di una forma sostanzialmente affine come problema decorativo, l'oinochòe. Le rappresentazioni sono costituite quasi sempre da un' unica figura femminile, per lo più una Nike librata o stante, Artemide, donne sedute ai lavoro, immagini frettolosamente schizzate e, nei casi migliori, dotate di una certa infantile freschezza. Del resto la qualità più apprezzabile del Pittore di B. è l'assoluta mancanza di pretese della sua produzione, anche quando realizza opere di un certo impegno, quali le lèkythoi con una grande testa di Atena dal nitido profilo. Non diversamente da quanto può dirsi per il suo quasi fratello d'arte, il Pittore della Lekythos di Yale, una grande parte delle opere del Pittore di B. proviene dalle necropoli sicule.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig. Am. in Mus., p. 71; id., Vasenm. rotfig., p. 139; id., Vas. Poland, p. 18; id., Red-fig., p. 470.