COMACCHIO, Pittore di
Ceramografo attico della tecnica a figure rosse, le cui forme preferite sono le kölikes con e senza piede, alcune lèkythoi e pissidi, alcune kelèbai; unici invece il cratere a campana, l'anforetta ed il lèbes nuziale. I temi delle scene sono generici: i temi mitici sono rarissimi e prevalgono i colloquî fra giovani e donne, e alcune figure isolate. Sole raffigurazioni mitiche sono: Eos e Tithonos su una pelìke di Londra, Menadi su altre di Copenaghen e del Louvre, inseguimento di figura femminile da parte di Zeus su una kelèbe di Ferrara.
Il Pittore di C. è un decoratore assai modesto, privo di fantasia; i suoi panneggi hanno pieghe larghe ed una caratteristica ondulazione che accompagna specialmente l'orlo dei chitoni e degli himàtia. Oltre ai dettagli resi a sottili pennellate, fitte specialmente nella parte inferiore dei chitoni femminili, il Pittore di C. ha un segno ondulato che sottolinea i bordi dello himàtion nella kölix del Vaticano, nelle kelèbai di Ferrara, nella pelìke di Copenaghen. Le acconciature dei capelli, sia femminili che maschili, sono trascurate; le masse dei capelli con riccioletti mal resi sulla fronte degli efebi, e con capelli entro sàkkos delle donne, sono circondate da una zona risparmiata nell'argilla. La trattazione dei chitoni e degli himàtia risente di una tecnica tuttavia evoluta; per questo il nostro pittore non sembrerebbe da collocarsi prima del 460-50 a. C. Certi residui lievemente arcaici nei volti dei giovani e dei personaggi barbati non devono naturalmente trarre in inganno, dato che si tratta di motivi tradizionali sempre sfruttati dai ceramisti del periodo di transizione (kölix del Vaticano, pelìkai di Wùrzburg). Quanto alla cronologia relativa, l'Arias crede di potere stabilire l'anteriorità delle pelìkai di Wùrzburg e della kölix di Ancona rispetto alla lèkythos di Würzburg ed alle kölikes frammentarie di Firenze. Ma anche questa considerazione va fatta con tutte le riserve prudenziali possibili per un pittore indubbiamente piuttosto scadente.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., p. 681; id., Campana Fragments in Florence, p. 31. Pelìke di Londra con Eos e Tithonos E 355: J. D. Beazley, Red-fig., n. 17; pelìke di Würzburg con Dioniso e Menade: E. Langlotz, Griech. Vasen in Würzb., Monaco 1932, tav. 211, n. 513; pelìke di Copenaghen con Dioniso e Menade: C. V. A., Copenaghen, 4, tav. 152, 2; pelìke del Louvre con Menade e fanciullo: C. V. A., Louvre, tav. 41, 9-10; pelìke di Bologna con sirena: G. Pellegrini, Vasi greci collez. Palagi, n. 280; kelèbe di Ferrara con Zeus che insegue una donna: J. D. Beazley, Red-fig., n. 29; kylix del Vaticano: J. D. Beazley-F. Magi, La raccolta Guglielmi nel Museo Gregoriano Etrusco, Città del Vaticano 1939, p. 62, tav. 26; pelìkai di Würzburg: Langlotz, op. cit., tav. 211, nn. 513-514; kölix di Ancona: J. D. Beazley, Red-fig., n. 4; kelèbai di Spina: P. E. Arias-N. Alfieri, Il Museo Archeologico di Ferrara, Ferrara 1955, pp. 59, 63, 76; kölikes frammentarie di Firenze: C. V. A., Firenze, tavv. 16 B 24, 13, 17 B 30, 20 B 75, F B 5.