DODWELL, Pittore di
Ceramografo corinzio, che deve il nome al primo proprietario di una pyxis, la pyxis D., ora a Monaco (J 211 = SH 327). I vasi da lui dipinti appartengono al primo venticinquennio del VI sec. a. C. (Corinzio Medio); la sua scuola continuò anche nel secondo venticinquennio del secolo.
Le forme preferite dal pittore e dai suoi imitatori sono le pyxides di varie forme e le oinochòai a larga base; il Pittore di D. ha anche alcune kotölai, anfore ed un'hydrìa. I motivi decorativi derivano quasi costantemente dal fregio di animali orientalizzanti; solo eccezionalmente si trovano figure umane, scene di lotta, cavalieri; la pyxis di Monaco ha sul coperchio la caccia al cinghiale calidonio.
Il pittore ha uno stile proprio che lo distingue dalle due principali correnti stilistiche contemporanee, il cosiddetto "stile delicato" e lo "stile pesante" (v. corinzi, vasi). Alcuni lavori, come la kotöle di Braunschweig AT 235 (un lavoro giovanile), la pyxis Dodwell e quella di Würzburg L 120, l'oinochòe del Louvre CA 2, hanno vivacità, equilibrio, gusto decorativo. La composizione è accuratamente ordinata e piacevole; il riempitivo è usato con moderazione e non è mai esageratamente grande, o complicato; l'incisione è esatta, sicura e chiara. In seguito, la composizione diventa più fredda; gli animali si allungano e sono raggruppati in modo meccanico e monotono; il disegno è trascurato; l'invenzione diminuisce. Nei lavori più recenti, animali e figure hanno perduto ogni individualità, così nella pyxis di Bruxelles, Musée du Cinquantenaire R 201 e nell'oinochòe del British Museum n. 51.5-7.9, dove disegno e incisione sono assai trascurati. Alcuni vasi hanno così scarsa individualità che è difficile riconoscere se furon dipinti del pittore, o se appartengono ad uno dei suoi numerosi e mediocri imitatori. Da questo derivano le divergenze nelle attribuzioni: la oinochòe del Louvre A 438, quella di Berlino F 1129, un coperchio di pyxis da Selinunte, l'oinochòe di Leningrado 3705, il tripode del British Museum A 1372, sono giudicati dal Payne e dall'Amyx, anche se in alcuni casi dubitativamente, lavori del Pittore di D., mentre il Benson pone gli ultimi due vasi fra le imitazioni e unisce i primi tre al suo "gruppo Kalinderu", un gruppo di sei vasi vicini al Pittore di D., ma privi di stretti rapporti stilistici fra loro ed uniti solo da un manierismo, cioè da animali con linea della spalla ovale, invece che angolosa. Questo manierismo, del resto, si trova in altri vasi del gruppo di Dodwell ed anche in vasi del pittore stesso.
Gli imitatori del Pittore di D. sono numerosi (v. pittore di atene 931; pittore di geledakis; pittore delle protomi di berlino; pittore di ampersand). La loro produzione raramente supera la mediocrità, spesso, anzi, è scadente, scialba, monotona, priva di individualità. Salvo poche eccezioni, sarebbe arrischiato ed inutile tentare di riconoscere i singoli pittori. È stato notato dall'Amyx che, man mano che l'ispirazione si impoverisce, gli imitatori del Pittore di D. tendono ad avvicinarsi al cosiddetto "stile delicato", che, sorto verso la fine del Corinzio Medio, ebbe grande fortuna nel Corinzio Tardo.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 63; nota 2; 305 ss., nn. 861-864, 895, 905, 927 b; 314 ss., nn. 1090, 1091, 1113-1129, 1141, 1150; 339, n. i; 341, n. 111; D. A. Amyx, Corinthian Vases in the Hearst Collection, in Univers. of California Publ. in Classical Archaeol., I, 9, Berkeley 1943, pp. 210; 224 s.; 232 nota 126; R. J. Hopper, Addenda to Necrocorinthia, in Annual Brit. Sch. Athens, XLIV, 1949, pp. 167 s.; 213, n. 16 b; 240, n. 2; J. L. Benson, Geschichte d. korinth Vasen, Basilea 1953, p. 45 ss., nn. 73, 74; R. Lullies, Eine Sammlung griech. Kleinkunst, Monaco 1955, tav. 13, n. 37. Si aggiunga (attribuzione Amyx) un'anfora a Béziers, un'oinochòe a Houston (Texas), n. 34-133; una pyxis a St. Louis (U. S. A.), n. 20, 174, 24; una oinochòe frammentaria a Corinto.