DRESDA, Pittore di
Ceramografo attico, operante nel secondo venticinquennio del V sec. a. C. J. D. Beazley gli assegna una ventina di opere, per lo più vasi di dimensioni modeste, lèkythoi e anfore nolane, con figurazioni frettolose. Si tratta di un povero artista che ripete meccanicamente sulla linea dei Pittori della Lèkythos di Yale, e di Bowdoin, ovvie scene di inseguimento o figure di genere tra le più comuni, come la donna con lo specchio o ritta presso il cesto della lana. Le figure esili e angolose sono definite da un tratto impreciso e sconnesso. Un'anfora nolana di Firenze, 4017, con una curiosa, appuntita figura di Eros librato a volo, fa pensare, per il motivo e per il nome di Timoxenos, che appare nella acclamazione, al Pittore di Charmides.
Bibl.: J. D. Beazley, Att. Vasenm., 130, p. 471; id., Red-fig., p. 448.