FIRENZE, Pittore di (Florence painter)
Ceramografo attico operante circa il decennio, immediatamente precedente la metà del V sec. a. C. Appartiene alla corrente grandiosa e declamatoria tipica di quel momento artistico, e viene da J. D. Beazley affiancato al Pittore di Boreas. Nella cinquantina di grandi vasi che gli vengono attribuiti, in maggioranza crateri a colonnette, emerge il cratere fiorentino con scene di centauromachia (n. 3997) da cui gli viene il nome: pittura, questa, drammatica e ben connessa, giustamente famosa, e in un certo modo eccezionale nell'opera del pittore. Per il resto, infatti, egli si limita a ripetere figurazioni pacate e inerti, scene di congedo prive di qualsiasi suggestione di interiorità o komàstai uniformemente composti e noiosi. Si ha l'impressione di una grandiosità puramente esteriore, fisica, che si risolve quasi sempre in un peso nell'articolare scene e figure. Donde forse la ripetizione devitalizzata di pochi schemi ben sperimentati.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 308.