GELEDAKIS, Pittore di
Ceramografo corinzio. Il nome, datogli dall'Amyx, deriva da quello del depositario di una pyxis al Metropolitan Museum di New York (inv. 07.1027.14). Lo Hopper lo aveva invece chiamato Pittore di Triantaphyllos, dal nome di un altro proprietario della stessa pisside.
Il primo nucleo della produzione del pittore (sei pyxides e una oinochòe) fu riunito dal Payne. Il Benson e l'Amyx hanno modificato e aumentato queste attribuzioni. Il pittore ha dipinto oinochòai e anfore, ma soprattutto pyxides, databili al passaggio dal primo al secondo venticinquennio del VI sec, a. C., nelle quali è evidente l'influsso del Pittore di Dodwell, al cui cerchio il nostro pittore appartiene. Il suo repertorio decorativo deriva dal fregio orientalizzante. Pyxides e oinochòai non sorpassano generalmente la mediocrità. Il disegno è scadente, trascurato; l'incisione sciatta. Gli animali sono facilmente riconoscibili: si muovono manierati, le sirene hanno una lunga coda a ventaglio che sembrano strascicare sul terreno, i caratteristici leoni hanno una speciale criniera, la bocca a tenaglia con denti aguzzi e rizzano orgogliosi la testa. Il riempitivo è spesso abbondante, a rosette talvolta roteanti, punti, macchie. Una pisside a piede della Università Yale (Baur, n. 68) ha intorno al piede un piccolo fregio di animali a silhouette.
Il suo miglior lavoro, un'anfora trovata a Corinto e recentemente pubblicata, mostra che il pittore può essere meno scadente di quanto è stato supposto. Qui disegno ed esecuzione sono accurati e la mano che traccia le incisioni è sicura.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, pp. 307 s., nn. 902, 903, 906-909; 315, n. 98; R. J. Hopper, Addenda to Necrocorinthia, in Annual Br. Sch. Athens, XLIV, 1949, p. 234 s. (Triantaphyllos Painter); J. L. Benson, Geschichte d. korinth. Vasen, Basilea 1953, p. 52, n. 85; id., Some Notes on Corinthian Vase-painters, in Am. Journ. Arch., LX, 1956, p. 229; D. A. Amyx, The Geledakis Painter, in Hesperia, XXV, 1956, p. 73 ss. Altri vasi del pittore, sono elencati nelle pubblicazioni precedenti, sono, secondo l'Amyx: Houston (Texas) 34. 143; Sydney, Mus. Nicholson 46.06; Atene, M N 17556; un'anfora a Béziers; un'oinochòe a Nîmes.