KODROS, Pittore di
Ceramografo attico operante entro il terzo venticinquennio del V sec. a. C. Dipinge unicamente coppe in uno stile vigoroso e assai personale, così che un primo nucleo delle sue opere era stato già riconosciuto e isolato da A. Furtwängler, R. Zahn e altri. J. D. Beazley ne fissa le opere a 32 coppe normali e apode, a cui fa seguire un gruppo di vasi periferici in cui l'accento del maestro viene a trovarsi affiancato alla maniera di Aison. Si può dire che mentre le prime e più importanti opere del Pittore di K. svolgono complessi e originali soggetti mitologici, le più recenti si ispirano a temi atletici. Tipico rappresentante della classicità più matura e consapevole, le sue storie mitiche non riflettono un avventuroso gusto narrativo, ma piuttosto una gravità raccolta e religiosa e un'accettazione sempre presente dei problemi morali. In molte delle sue scene, particolarmente quelle che riguardano miti attici, quali la nascita di Erittonio, Aigeus e Themis come Pythia, K. e Ainetos, vi è un impianto cerimoniale e quasi rituale che trasforma l'azione e rivela una visualizzazione particolarmente complessa e matura del mondo ultraumano. È trascorsa l'età in cui gli dèi e gli eroi venivano a muoversi con tanta adolescente sicurezza nel mondo figurativo. Non a caso gli dèi e gli eroi del Pittore di K., anche i cacciatori compagni di Peleo (F R. 140), sono di preferenza uomini maturi e barbuti, con corpi massicci e faticosamente articolati. Ugualmente nelle scene atletiche non vi è già la gioia immediata e non premeditata di armoniosi corpi giovanili, di atteggiamenti momentanei colti con freschezza e appropriatezza miracolosa, quanto piuttosto l'applicazione, lo studio coscienzioso degli usi della palestra che l'artista rivela. Quindi i suoi atleti risultano tra i più applicati e competenti e i suoi schemi di lotta tra i più varî ed elaborati che sia dato d'incontrare nelle mille e mille scene di palestra che dobbiamo alla pittura vascolare attica.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig.,p. 425; id., Red-fig., p. 739.
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