NIKOSTHENES, Pittore di
Ceramografo attico operante circa l'ultimo decennio del VI e l'inizio del V sec. a. C. Per convenzione, a questo artista che dipinge esclusivamente nella tecnica a figure rosse è stato riservato il nome del vasaio Nikosthenes (v.), mentre quello che dovrebbe essere il Pittore di N. nella assai più abbondante produzione a figure nere è noto come Pittore N(ikosthenes). Tra le opere assegnate al nostro artista da J. D. Beazley tre sono firmate dal vasaio Nikosthenes e almeno sette altre portano la firma di Pamphaios (v.), i cui rapporti con l'officina di Nikosthenes sono stati del resto da lungo tempo accettati dagli studiosi.
Un primo nucleo delle opere del Pittore di N. era stato un tempo accentrato intorno alla notevolissima coppa del British Museum con la figurazione del mitico trasporto funebre di Sarpedonte: e per conseguenza l'artista era stato chiamato il Pittore del Sonno e della Morte. In seguito J. D. Beazley, preoccupato della differenza di livello esistente tra questa coppa e le altre opere connesse, ha preferito costituire un gruppo a parte, affiancato alla produzione normale del Pittore di N. e che eventualmente potrebbe costituire un momento di particolare felicità creativa del maestro.
Dalle opere assegnate il Pittore di N. si rivela una personalità di non grande spicco. La sua attività si esplica nella pittura di coppe o di vasi di dimensioni modeste, quali skỳphoi o kàntharoi: si può dire anzi che egli rimase un pittore di coppe anche se occasionalmente si sia cimentato in temi più vasti. Le sue prime opere sono coppe a occhioni in cui egli si esprime in modi paralleli a quelli del Pittore di Bowdoin (Bowdoin-eye Painter) o del Pittore di Scheurleer. E tale impalcatura formale rimane in lui anche nella maturità, quando continua a introdurre sirene e Pegasi in sostituzione delle decadute palmette e occhioni, come se non potesse liberarsi da certi ben sperimentati schemi metrici. La sua opera matura è ineguale e a volte povera e trascurata: non mancano tratti felici e vividi, ma questi sono di breve respiro in confronto al tono generale di stanchezza e alle ripetizioni inconsistenti e trascurate. Si può dire del resto che anche nel gruppo più nobile ed elaborato, in certo modo accantonato accanto all'opera del maestro, ritornano le stesse debolezze nelle figure mal costruite e nei panneggi scanditi meccanicamente e privi di quella coerenza ritmica e precisione che s'incontrano nei migliori artisti di questo periodo.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig. in Am. Mus., p. 23; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, Monaco 1923, p. 423; J. D. Bezley, Vasenm. rotfig., p. 42; id., in Annual of the British School at Rome, XI, 1931, p. 16; id., Red-fig., p. 98 ss.