PELEO, Pittore di
Ceramografo attico, attivo il 450 e il 430 a. C. Rientra nel gruppo di Polygnotos e gli vengono riconosciuti rapporti di stretta fraternità con il Pittore di Ettore. Si può dire in effetti che se nel gruppo di Polygnotos il Pittore di Ettore rappresenta l'espressione più alta e severa, con le sue preoccupazioni morali, la tragicità silenziosa e quasi ascetica, il nostro artista ne illustra gli aspetti fastosi e cerimoniali.
Nel Pittore di P. anche i congedi degli eroi non sembrano così gravidi di tragedia e di fatalità: figure di Nikai rischiarano il cielo e risuonano le cetre di Apollo e delle muse. L'anfora di Londra con il "concerto" di Tersicore, Mousaios e Mebusa resta come uno dei capolavori della pittura vascolare della piena classicità per superbo equilibrio formale e sottile suggestione poetica: mentre il cratere a calice di Ferrara con le nozze di Peleo, da cui trae il nome, offre un'evocazione sontuosa e smagliante del mitico corteo nuziale. La sua fedeltà al mondo epico è palese anche nelle sue storie d'Achille, di cui singolarmente felice la pelìke di Atene 15299 con la figura dell'eroe seduto. Mentre il frammento di Chicago con due giovani eroi supplici presso un altare, per le forme manieristicamente ingentilite e allungate e lo spirito di avventuroso romanticismo sembra riconnettersi alla corrente minore del Pittore di Eretria e di Aison. Un gruppo di vasi che è venuto a costituire l'opera del Pittore di P. era stato in precedenza riunito da J. D. Beazley sotto il nome di Pittore dell'Amazzonomachia di Leningrado. La scoperta dei vasi di Spina ha in seguito indotto lo stesso studioso a porre l'accento sullo splendido cratere a calice con le nozze di Peleo che è venuto per conseguenza a costituire il centro della produzione del pittore, mentre il cratere a calice con amazzonomachia di Leningrado viene ora considerato semplicemente un'opera affine e dipendente.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 396 (Painter of the Leningrad Amazonomachy); id., Red-fig., p. 686.