POLICORO, Pittore di
Il Pittore di P. fa parte del gruppo dei pittori protolucani Palermo-Karneia-Policoro; è un artista di notevole importanza, la cui identità è stata chiarita solo recentemente con la scoperta, avvenuta a Policoro, (l'antica Eraclea, di Magna Grecia) nel 1963, di una tomba con alcuni vasi attribuiti alla sua mano.
Tra il materiale restituito dalla sepoltura erano due grandi hydrìai, una (A. D. Trendal, The Red-figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, Oxford 1967; [in seguito citato con la sigla LCS], p. 45, n. 223) del Pittore di Amykos, l'altra (LCS, p. 87, n. 425), opera tra le più antiche del Pittore di Creusa, le quali ci documentano il legame esistente tra questi due artisti; inoltre sono state rinvenute due magnifiche pelìkai, una raffigurante Atena e Posidone, l'altra gli Eraclidi. La prima, dal punto di vista stilistico, è molto vicina al Pittore delle Karnee, l'altra illustra bene il legame tra le sue opere e quelle del Pittore di P. il quale, verso la fine del V sec. a. C. è uno dei principali pittori della fabbrica del Pittore di Amykos. Il suo stile riflette l'influenza non solo di alcuni dei vasi più elaborati di quest'artista (v. per esempio LCS, nn. 136-37, 218, 221-23, 243), ma anche l'opera del Pittore di Sisifo e dei suoi compagni. Sia nella scelta che nel trattamento dei soggetti, il Pittore di P. si rifà al Pittore di Brooklyn-Budapest (LCS, pp. 107-115; E.A.A., iv, p. 703) e ai Pittori di Dolone e delle Coefore.
La sua predilezione per le scene mitologiche trattate grandiosamente è ben esemplificata nei cinque vasi della tomba di Policoro che gli si attribuiscono,tre grandi hydrìai (LCS, nn. 284-86) raffiguranti rispettivamente Pelope ed Ippodamia, Sarpedonte, Medea, e due pelìkai (LCS, nn. 287-8), una con Polinice ed Erifile, l'altra con il supplizio di Dirce. A questo pittore possiamo attribuire anche l'anfora panatenaica del British Museum F 184 con Europa sul toro (LCS, n. 289); molto simile ad essa, per stile, è il cratere a calice Taranto 4624 con un thìasos (LCS, n. 291).
Una delle principali caratteristiche dello stile del Pittore di P. è la figura disegnata di tre quarti o in veduta frontale, spesso con gli occhi sbarrati, rivestita di complicati panneggi che suggeriscono l'influenza del teatro. È molto probabile che alcuni suoi soggetti fossero ispirati da tragedie di Euripide, per esempio gli Eraclidi, l'hydrìa di Pelope dall'Enomao e la pelìke di Dirce dall'Antiope. Queste due ultime tragedie si possono datare con probabilità a dopo il 412 a. C., il che concorderebbe bene con la datazione proposta, su basi stilistiche, a circa il 400 a. C. per il Pittore di Policoro.
Bibl.: A. D. Trendall, in Journ. Hell. St., LXXXIV, 1964, Arch. Reps., 1963-1964, pp. 35-6; id., The Red-fig. Vases of Lucania, Campania and Sicily, 1967, pp. 50-59, 692; N. Degrassi, Il Pittore di Policoro, in Boll. d'Arte, 50, 1965, pp. 5-37; id., Meisterwerke frühitaliotischer Vasenmalerei aus einem Grab in Policoro-Herakleia, in Arch. Forschungen in Lukanien, II, in Röm. Mitt., 1967, Ergänzungsheft, 11, pp. 193-231, dove è data una esauriente descrizione della scoperta con eccellenti illustrazioni dei vasi (tavv. 50-80).
)