SAFFO, Pittore di
Ceramografo attico operante intorno al 500 a. C. È innanzi tutto un pittore di lèkythoi a figure nere, tra i più notevoli e prolifici di questa classe. La sua produzione si svolge, per quanto è dato dedurre anche da ragioni tecniche esteriori, quali le forme dei vasi, parallelamente a quella del Pittore di Diosphos forse più giovane e certamente minore per qualità artistica.
Accanto alla produzione a figure nere un lato abbastanza notevole della sua opera è in quella singolare tecnica a colore pieno sovrapposto nota sotto il nome di Six technique dallo studioso che per primo ne ha studiato gli aspetti. Il vaso che gli ha dato il nome infatti non è una lèkythos ma una kalpis di Goluchow (n. 32) con una lieve e spiritosa figurina della grande poetessa indicata a graffito e con spessi tocchi di colore, ora a Varsavia.
La produzione del Pittore di S. è vasta e ineguale con numerose opere accurate e vivide e molte piccole lèkythoi di lavoro meccanico che sfociano poi nella classe "dei piccoli leoni". Nelle opere più impegnative l'artista aggredisce temi mitici vasti e insoliti con uno spirito e una vitalità assai rarî nella tarda produzione a figure nere. Le sue figure aguzze e appuntite, i panneggi rapidi e minuti, le fratture stesse nei ritmi costruttivi indicano sempre una visione intelligente e vivida. A queste qualità immediate e quasi di improvvisazione fanno contrasto le squisite eleganze formali del pinax con scena di prothesis Louvre MNB 905 che costituirebbe la più ambiziosa e sorprendente conclusione alle attribuzioni di C. H. E. Haspels. Al pittore è stata anche avvicinata una raffinata lèkythos a figure rosse di Agrigento.
Bibl.: C.H. E. Haspels, Attic Black-figured Lekythoi, Parigi 1936, pp. 93; 225 ss.; J. D. Bezley, Red-fig., pp. 203; 929; 940; id., Black-fig., 1956, p. 507 ss.
)