"N", Pittore (Painter of Oxford 1935. 18)
Ceramografo attico, attivo alla fine del tardo Geometrico e nel Protoattico (v.), cioè alla fine dell'VIII e nel primo quarto del VII sec. a. C. Il nome, datogli dallo Hampe, deriva da un motivo di riempimento a "N", che ritorna in tutte le opere attribuitegli. Il Kunze e il Cook avevano riunito alcuni vasi (Gruppo "N" del Cook); lo Hampe ne ha esclusi alcuni ed ha dato al pittore otto vasi più o meno frammentarî: anfora a Londra (Brit. Mus., 1936. 10-17. 1); anfora a Oxford (Ashmol. Mus., 1935. 18); kàntharos a Atene, Collez. Viastos; framm. di anfora a Eleusi; cratere "C" all'università di Magonza; framm. alla stessa università; framm. in coll. privata in Inghilterra; oinochòe a Londra (Brit. Mus., A 47-1). I tre vasi più antichi (Londra, Oxford, Atene) sono ancora geometrici, ma il gruppo del leone e cerbiatto (Londra e Atene) annunzia il protoattico per il motivo e per la composizione chiusa e fa sospettare che il pittore sia un ritardatario. Il kàntharos Vlastos ha vivacità e movimento che lo rendono piacevole. Gli altri vasi riuniti dallo Hampe sono troppo frammentarî per giudicare se la composizione e lo stile coincidano con i vasi più antichi e se la "N" del fondo indichi veramente un unico pittore. Il cratere "C", a Magonza, mostra che il pittore ha lavorato insieme ai Pittori di Analatos e Passas con i quali ha dipinto un gruppo di crateri a piede, trovati, sembra, in una stessa tomba. Egli era probabilmente più vecchio dei due colleghi ed era certamente il più aderente alle formule geometriche. Il cratere "C", per disegno e invenzione il migliore fra i vasi attribuitigli, è influenzato dal Pittore Passas (si confrontino i cani).
Bibl.: E. Kunze, recensione in Gött. Gel. Anz., p. 290; J. M. Cook, Athenian Workshops around 700, in Ann. Brit. Sch. Athens, XLII, 1947, p. 150 ss.; J. D. Beazley, Development, p. 4 s.; R. Hampe, Ein frühattischer Grabfund, Magonza 1960 e la recensione del Cook in Journ. Hell. St., LXXXI, 1961, p. 220 ss.