piuma
In senso proprio e del tutto generico, il vocabolo è adoperato come termine di paragone della leggerezza, nelle parole di papa Adriano: prova' io come / pesa il gran manto a chi dal fango il guarda, / che piuma sembran tutte l'altre some (Pg XIX 105): " vere laboriosum est onus pontificale, si debeat bene servari immaculatum... quia caetera onera, quantumcumque gravissima, videntur levissima in comparatione ad istud ", Benvenuto.
A indicare le " penne " degli uccelli, p. ricorre sia nell'immagine delle cornacchie che, al cominciar del giorno, / si movono a scaldar le fredde piume (Pd XXI 36), sia nel contesto metaforico di Pg XXXII 137: la piuma dell'aquila simbolo dell'Impero, che, offerta erta / forse con intenzion sana e benigna, ‛ ricopre ' il carro della Chiesa (cfr. i vv. 125-126 l'aguglia vidi scender giù ne l'arca / del carro e lasciar lei di sé pennuta) allude ai " beni temporai a loro [i pontefici] oferti per Costantino " (Lana), cioè alla dote che da lui prese il primo ricco patre (If XIX 116-117).
Con valore più specifico, p. sta per " ala ": di uno degli angeli custodi del Purgatorio (mi senti' un vento dar per mezza / la fronte, e ben senti' mover la piuma, Pg XXIV 149), o in contesto metaforico: Beatrice - dice Cacciaguida - è colei / ch'a l'alto volo ti vestì le piume (Pd XV 54), " quae induit te alas speculationis et contemplationis ad altum volatum coeli " (Benvenuto); e ancora: per scalare la montagna del Purgatorio convien ch'om voli; / dico con l'ale snelle e con le piume / del gran disio (Pg IV 28; " l'ale snelle... significano la fede e speranza, e le piume significano le loro specie le quali produce la carità e l'amore che l'anima àe a Dio; o volliamo intendere che queste ale siano l'opere attive e contemplante virtuose; e le piume le loro specie co le quali gravate da la carità, l'omo si leva a l'altessa de la penitenzia ", Buti; fuor di metafora, piume pare doversi intendere duplicazione sinonimica di ale).
Poiché di p. si riempiono guanciali e simili, il termine può anche indicare le " coltrici " o " lo letto stesso " (Tommaseo, Dizionario): come un'inferma / che non può trovar posa in su le piume (" nel suo letto, anche il più morbido ", Mattalia), è Firenze, travagliata da mutamenti continui delle sue istituzioni (Pg VI 150); seggendo in piuma [" in cuscini o seggi di piuma, per dire ‛ comodamente ' ", Chimenz], / in fama non si vien, né sotto coltre (If XXIV 47).
Nel senso, " usitatissimo da' poeti " (Cesari), di " capelli " e " peli della barba ", in Pg I 42 quelle oneste piume, cioè " la barba veneranda e le lunghe chiome " (Scartazzini-Vandelli) di Catone.