LATTANZIO, Placido (o Celio Firmiano Lattanzio)
Scrittore latino che non va confuso col glossografo e grammatico Placido, né col padre della Chiesa Firmiano Lattanzio. Pare che sia vissuto nel sec. IV, mentre altri lo assegnano al VI senza alcun valido argomento. È l'autore di un esteso commento alla Tebaide di Stazio, e si rivela in questo suo lavoro un pagano infuso di un misticismo tra neoplatonico e orientale.
Per il commento alla Tebaide (ed. R. Jahnke, Lipsia 1898) si giovò non poco di un libro di favole che doveva avere molta attinenza con l'opera di Igino. A L. sono state attribuite anche le Narrationes Fabularum Ovidianarum (ed. H. Magnus, Berlino 1914), specie di compendio delle favole contenute nelle Metamorfosi, altrove attribuito al grammatico Donato. Quanto all'età in cui sarebbe vissuto l'espositore dei miti ovidiani, il Heinse lo faceva posteriore alla guerra gotica. Certo è che i Mitografi Vaticani conobbero L.
Bibl.: H. Schottky, De pretio Lactantiani comm. in Statii theb., Breslavia 1846; R. Unger, Electa e Lact. in St. Theb. comm., Friedland 1863; Heinse, Epist. ad Th. Muncker, in pref. ai Myth. Latini, II; R. Schulz, De Mythographi Vaticani primi fontibus, Halle 1905; F. Keseling, De Mythogr. Vat. secundi fontibus, Halle 1908.