PLANTAGENETI
Dinastia inglese il cui nome deriva dal soprannome di Goffredo V il Bello, conte d'Angiò (1128-1151) e duca di Normandia (dal 1144), che aveva per emblema un ramo di ginestra (lat. genista; franc. plante genêt); l'estensione di questo soprannome personale alla sua discendenza è esclusivamente una convenzione moderna. Figlio di Folco V d'Angiò, futuro re di Gerusalemme (1131-1143), Goffredo, divenuto conte d'Angiò nel 1128 alla partenza del padre per la crociata, sposò a Le Mans Matilde, figlia ed erede del re d'Inghilterra Enrico I e vedova dell'imperatore di Germania Enrico V, la quale, nonostante avesse sconfitto militarmente il cugino Stefano, eletto al suo posto re d'Inghilterra, dopo la rivolta di Londra nel 1142 tornò in Normandia, rinunciando alla corona inglese. Fu soltanto nel 1153 che Enrico, primogenito di Matilde e Goffredo, invase l'Inghilterra costringendo Stefano a riconoscerlo quale suo successore. Morto Stefano, nel 1154 Enrico divenne il primo re plantageneto con il nome di Enrico II. Il figlio e successore Riccardo I, detto Cuor di Leone (1189-1199), morì senza eredi, cosicché il trono passò al fratello, Giovanni I, detto Senza Terra (1199-1216), e alla discendenza maschile diretta di costui: Enrico III (1216-1272), Edoardo I (1272-1307), Edoardo II (1307-1327), Edoardo III (1327-1377), Riccardo II (1377-1400). Quest'ultimo fu deposto e ucciso dal cugino Enrico Bolingbroke, il quale, divenuto re come Enrico IV (1399-1413), iniziò il ramo plantageneto dei Lancaster, continuato da Enrico V (1413-1422) ed Enrico VI (1422-1461, 1470-1471). Quest'ultimo fu deposto dal 1461 al 1470 da Edoardo di York, capo del ramo plantageneto di York; governò ancora un anno dal 1470 al 1471 per poi essere assassinato dallo stesso Edoardo, succedutogli come Edoardo IV (1471-1483). Tra le due fazioni della famiglia scoppiò la guerra detta delle Due rose, che preparò l'avvento al trono dei Tudor. L'ultimo re plantageneto, infatti, Riccardo III (1483-1485), fratello di Edoardo, fu ucciso a Bosworth da Enrico Tudor, discendente per linea femminile da Edoardo III, il quale, eliminati gli ultimi P. che potevano disputargli la corona, divenne re come Enrico VII (1485-1509).I P. furono gli artefici dell'Inghilterra medievale; essi crearono una burocrazia frazionata secondo il sistema amministrativo anglonormanno gettando le basi per lo sviluppo del sistema parlamentare dell'Inghilterra moderna. La massima estensione dei possedimenti dei P. si ebbe con Enrico II, il quale, nel 1154, si trovò a capo di un regno che, includendo l'Inghilterra e una larga parte dell'Irlanda, si estendeva nel continente a tutta la Francia occidentale, dalla Normandia attraverso l'Angiò, la Bretagna, il Poitou, il Limosino e il Perigord fino alla Guascogna ai confini con i Pirenei. Questo 'impero angioino' (v. Angiò) si era formato grazie all'eredità del padre Goffredo d'Angiò, alla successione al re Stefano d'Inghilterra e al matrimonio di Enrico nel 1152 con Eleonora d'Aquitania, divorziata da Luigi VII di Francia, che portò all'annessione del ducato d'Aquitania. Esistevano rapporti tra la corte di Enrico II e la Sicilia (una figlia del re, Giovanna, aveva sposato Guglielmo II re di Sicilia) e i contemporanei Walter Map, Robert de Torigni e soprattutto Pierre de Blois descrissero il sovrano come un infaticabile costruttore di castelli, un vero amante e protettore delle arti, pur rimpiangendo i tempi di Enrico I (Boase, 1953, p. 196; The History, 1963, p. 64): le numerose committenze di questo sovrano confermano le fonti.Durante gli anni di regno dei primi tre sovrani plantageneti la costruzione di nuovi castelli rappresentò l'eccezione; essi preferirono di gran lunga ricostruire o potenziare i castelli già esistenti. Enrico II riedificò parzialmente i masti di numerosissime fortezze, e interamente quelli di Scarborough (North Yorkshire), the Peak (Derbyshire), Bridgnorth (Shropshire), Newcastle-upon-Tyne (Tyne and Wear) e soprattutto di Dover (Kent). Poco alterato, il mastio di Newcastle-upon-Tyne fu costruito tra il 1172 e il 1177 da un Maurice detto cementarius, forse lo stesso che a Dover, tra il 1181 e il 1190, viene detto ingeniator (Boase, 1953, p. 199). Dover rappresenta il punto più alto dello sviluppo, iniziato con Guglielmo il Conquistatore (1066-1087), della magna turris normanna, tradizionalmente a pianta quadrangolare, atta alla difesa passiva. Non appena terminato, era già obsoleto, superato dalla novità del mastio cilindrico comunemente usato da Filippo II Augusto (v.) in Francia. In Inghilterra nessun mastio circolare venne eretto prima dell'epoca di Enrico III (v.), sebbene venissero adottate dai suoi predecessori forme di transizione, come nel caso di Orford (Suffolk), uno dei primi esperimenti di Enrico II, che costituisce un unicum in Inghilterra: il mastio si presenta poligonale all'esterno e cilindrico all'interno con tre torri di fiancheggiamento e un avancorpo con la scala d'accesso. Ottagonale era poi il mastio di Chilham (Kent), forse influenzato dal precedente di Gisors (dip. Eure) in Normandia e decagonale quello distrutto di Tickhill (Yorkshire), così come poligonale è il mastio di Conisborough, edificato alla fine del sec. 12° da Hameline Plantageneto, fratellastro di Enrico II, rinforzato da sei contrafforti a scarpa e decorato nella cappella da capitelli gotici, nello stile degli edifici religiosi dell'early English (Sauerländer, 1989, trad. it. p. 389, fig. 358). Per quanto riguarda le fortezze sui possedimenti continentali, Mesqui (1979, p. 99) osserva come i P., contemporaneamente a Filippo II Augusto, diffusero la novità delle feritoie nei loro castelli o nei rifacimenti di essi, come a Niort (dip. Deux-Sèvres), edificato da Enrico II, e nelle parti ascrivibili a questo sovrano a Chinon (dip. Indre-et-Loire) e a Gisors, dove la decorazione della cappella presenta strette analogie con quella delle abbazie cistercensi di Le Valasse (dip. Seine-Maritime) e Mortemer (dip. Eure), in Normandia. Al re si deve ancora l'edificazione della cinta di Loches (dip. Indre-et-Loire), con torrette piene di fiancheggiamento, di quella di Château-sur-Epte e di quella di Poitiers.In seguito alla propria responsabilità nell'assassinio di Tommaso Becket, Enrico II decise di espiare promuovendo la ricostruzione di due abbazie, Waltham, con una pianta a doppia croce, con due torri assiali e doppio transetto (The History, 1963, p. 88, fig. 16), e Amesbury (Wiltshire), e la costruzione della certosa di Witham (Somerset). Protettore dei Templari - alcuni hanno voluto riconoscere una sua effigie tra i capitelli del portale della Temple Church di Londra, già restaurati nel sec. 19° e semidistrutti nel 1941 (Zarnecki, 1979, p. 252) - e dei nuovi Ordini religiosi, promosse la costruzione dell'abbazia cistercense di Mortemer ed esercitò il patronato su quelle di Fontevraud (dip. Maine-et-Loire) e di Grandmont (dip. Haute-Vienne), che avrebbe dovuto ospitare il suo mausoleo. Costruì inoltre ospedali e lebbrosari a Caen (dip. Calvados), a Bayeux (dip. Calvados) e a Fontevraud (Grant, 1994, pp. 76-77); a Rouen fece costruire la chiesa di Saint-Thomas du Mont-aux-Malades nel 1170 e, intorno al 1183, un lebbrosario femminile a ridosso della cappella del palazzo di Petit-Quevilly, nei pressi di Rouen, che conserva ancora la decorazione interna (1180-1190). Particolarmente legato a Le Mans (v.), sua città natale - nella cattedrale si trovava la tomba del padre -, vi fece costruire l'ospedale della Maison-Dieu de Coëffort, esempio splendidamente intatto di un'architettura gotica con caratteri originali sviluppatasi nei possessi continentali dei P. parallelamente alle cattedrali dell'Ile-de-France (Sauerländer, 1989, trad. it. p. 27), un edificio 'a sala' a tre navate di oltre m 50 di lunghezza e di quasi 25 di larghezza, molto simile all'ospedale di Saint-Jean ad Angers (v.), fondato dallo stesso re o dal suo siniscalco Etienne de Marcay (Grant, 1994, p. 78). Queste caratteristiche architettoniche, come gli alzati di dimensioni ridotte, la dilatazione in orizzontale degli spazi, le volte cupoliformi suddivise moltiplicando le nervature intermedie, si riscontrano anche nell'arte gotica dell'Angiò detta appunto plantageneta. L'architettura gotica plantageneta venne influenzata, secondo Sauerländer (1989, trad. it. p. 27), dalle originali varianti dell'architettura romanica sviluppatesi nella Francia occidentale: le chiese dell'Aquitania a file di cupole, di cui l'abbazia di Fontevraud, che conserva le tombe dei P., ha ripreso la tipologia, e le chiese 'a sala' nel Poitou. A Poitiers, negli anni dal 1170 alla data della sua prigionia, Eleonora d'Aquitania aveva creato una corte brillante: in questo fervido clima culturale sembra quasi certo che la coppia reale abbia avuto un ruolo decisivo nella ricostruzione della cattedrale di Saint-Pierre, iniziata nel 1162, come confermerebbe l'ipotetica, ma possibile identificazione con Enrico ed Eleonora dei donatori raffigurati nella vetrata della Crocifissione. La sorprendente novità dell'architettura della cattedrale riflette il gusto che prevalse a Poitiers dopo l'arrivo dei P. (Sauerländer, 1989, trad. it. p. 32). La pianta è un rettangolo di quasi m 100 di lunghezza, con transetto leggermente sporgente, un capocroce rettilineo all'esterno, con tre absidi appena accennate in spessore di muro (Blomme, 1994, p. 15, fig. 7). L'interno, uno dei più antichi esempi di chiesa 'a sala', è scandito in tre navate divise da pilastri cruciformi con colonne addossate che si prolungano fino alle volte ogivali, "i cui spicchi fortemente incurvati e ascendenti sono simili a quelli della cattedrale di Angers" (Sauerländer, 1989, trad. it. p. 33, figg. 21, 386). Moltiplicando le nervature intermedie nelle volte, il Gotico dei P. ha aperto "la strada che conduce, attraverso le speculazioni inglesi, fino alle volte del tardogotico tedesco" (ivi, p. 30), ma, pur creando volumi arditi con evoluta tecnica delle volte, il Gotico plantageneto resta un fenomeno sui generis, dovuto al peso di una grande tradizione regionale; con il crollo del potere dei P., quest'architettura particolare si esaurì, almeno in Francia, cedendo il passo alle novità del Gotico dell'Ile-de-France.Altri interventi di Enrico II furono la ricostruzione, nel 1186, della Lady Chapel dell'abbazia di Glastonbury (Somerset) dopo l'incendio del 1184 e la costruzione della parrocchiale di Saint-Michel a Fontevraud-l'Abbaye, il piccolo villaggio sorto nei pressi dell'abbazia; dei palazzi di Everswell a Woodstock e di Saumur non restano che le descrizioni dei contemporanei (Grant, 1994, p. 78).Sebbene nessun documento accerti la committenza di Eleonora d'Aquitania per i giacenti plantageneti a Fontevraud (v.), secondo Erlande-Brandenburg (1975, p. 563) essa è più che probabile. Ritiratasi in quest'abbazia, dove poi sarebbe morta nel 1204, la regina volle far eseguire la propria tomba e quelle del re suo marito e del figlio Riccardo Cuor di Leone, morto nel 1199; il giacente ligneo di Isabella d'Angoulême, moglie di Giovanni Senza Terra, è invece posteriore e fu fatto eseguire dal figlio di lei Enrico III intorno al 1254, volutamente in conformità stilistica con gli altri tre giacenti di pietra. La tomba rompeva gli schemi tradizionali della scultura funeraria dell'Europa occidentale, poiché doveva far emergere con grande realismo il ritratto di un cerimoniale funebre che sottolineasse il carattere sacro della sovranità, così come inaugurato dal cerimoniale plantageneto, unico per quei tempi. I guanti con placche d'oro testimoniano l'unzione sulle mani anche per il re (contrariamente alle norme papali), oltre che per il vescovo, e testimoniano lo sforzo di dare una legittimità sacra alla dinastia. Sul piano stilistico, è stato ormai rifiutato il rapporto dei giacenti con monumenti locali; mentre Sauerländer (1970, p. 131) ha evocato il portale nord di Saint-Denis e il giacente di Childeberto in quella stessa abbazia, Erlande-Brandenburg (1975), ribadendo l'originalità dei giacenti, li rapporta alla tecnica dell'oreficeria coeva: un medesimo artista 'cesella' con dovizia calligrafica le pieghe del panneggio dei giacenti di Enrico e Riccardo, come pure la sigla a V che è elemento ricorrente nell'oreficeria mosana della seconda metà del 12° secolo. Se i due giacenti di Enrico II e Riccardo I si datano agli anni novanta del sec. 12°, la statua di Eleonora è posteriore. Eseguita forse poco dopo il 1204, mostra già d'appartenere alla grande corrente antichizzante dello 'stile 1200', interpretato liberamente dallo scultore, così come l'allungamento del viso di Eleonora si ritrova in alcune immagini del Salterio della regina Ingeborga (Chantilly, Mus. Condé, 9, già 1695).Un discorso a parte merita la lastra in rame smaltato che reca l'effigie del capostipite Goffredo (Le Mans, Mus. de Tessé); datata tra il 1151 e il 1160 (Gauthier, 1972, p. 82), opera probabilmente di un artista limosino, costituiva forse la parte mediana del monumento funebre di Goffredo, un cenotafio verticale collocato nel coro della cattedrale dal vescovo Guillaume de Passavant.Non appena divenuto re, Riccardo I Cuor di Leone partì nel 1190 da Vézelay, con Filippo II Augusto, per la crociata; dei dieci anni di regno egli ne trascorse soltanto due in Inghilterra, e gli altri in Aquitania e in Terra Santa. La committenza più celebrata di Riccardo fu certamente la costruzione di Château-Gaillard (dip. Eure). Il re diresse personalmente i lavori di costruzione della fortezza, così rapidi da essere compiuti in un anno (dal 1197 al 1198). All'avanguardia per i suoi tempi, la costruzione risente delle novità dell'architettura militare di Terra Santa. A Château-Gaillard il mastio circolare, dalla forma angolare verso l'entrata, è difeso da una doppia cinta; la 'camicia' è fortificata da una serie di torrette aggettanti, mentre la quasi totale assenza delle feritoie conferma come la difesa fosse affidata al camminamento di ronda (Mesqui, 1979, p. 100). Ancora oggi si possono ammirare cospicui resti di questa fortezza che, a guardia di Rouen (dove poi Riccardo volle la tomba del proprio cuore), doveva sbarrare ai Francesi l'accesso alla Normandia, ma fu conquistata da Filippo Augusto nell'inverno del 1203-1204 (Sauerländer, 1989). A Riccardo si devono la fondazione dell'abbazia premostratense di Lieu-Dieu a Talmont-Saint-Hilaire (dip. Vendée) nel 1196, distrutta nel sec. 14° e di cui restano pochissime vestigia della primitiva costruzione, e quella dell'abbazia cistercense di Bonport (dip. Eure; The History, 1963, p. 64).Il successore di Riccardo, il fratello Giovanni Senza Terra, che regnò fino al 1216, perse gran parte dei possedimenti dei P. in Francia, venne sconfitto nel 1214 a Bouvines e dovette firmare nel 1215 la Magna Charta, che garantiva importanti libertà alla nobiltà e al clero. Forse per temperare i suoi lunghi conflitti con il papa e la Chiesa, fondò in Inghilterra nel 1204 l'abbazia cistercense di Beaulieu (Hampshire). Fece costruire un castello a Liverpool, base di partenza per l'Irlanda, poi ingrandito dal figlio Enrico III, oggi interamente scomparso. Fortificò il castello di Lancaster (Lancashire), edificandovi la Hadrian's Tower, e costruì il castello di Odiham (Hampshire), con un mastio ottagonale, oggi in rovina, nonché quelli di Hanley, Sauvay e Dublino (The History, 1963, p. 70). La tomba del re Giovanni si trova nella cattedrale di Worcester e la statua del giacente, in marmo di Purbeck, risale al 1230, situandosi nella raffinata corrente dell'early English, non esente tuttavia da particolari di accentuato realismo nell'espressione del sovrano (Sauerländer, 1989, trad. it. pp. 291-292, fig. 275).Ai re plantageneti del Duecento, Enrico III ed Edoardo I (v.), si devono importanti committenze artistiche, tra le quali l'abbazia di Westminster, il castello di Caernarvon (Gwynnedd), nel Galles, gioiello d'architettura militare, e l'inizio della costruzione della St Stephen's Chapel a Westminster. Quest'ultimo monumento, incompiuto nel 1297, venne continuato da Edoardo II ed Edoardo III (v.).Edoardo II, re dal 1307, si dimostrò impopolare e incompetente in materia politica. Costretto ad abdicare nel gennaio 1327, fu poi ucciso nel settembre dello stesso anno, in seguito a un complotto ordito dalla consorte e dall'amante di lei. La crudeltà dell'assassinio fece della sua tomba, eretta dal 1327 al 1331 nell'abbazia di Gloucester, un luogo di pellegrinaggio (Age of Chivalry, 1987, nr. 497). Incoraggiando il culto del padre, Edoardo III costruì lo splendido monumento funebre ancora esistente, con il giacente in alabastro, ampliando a tale scopo il coro normanno. La grandiosa ricostruzione del coro di Gloucester, dal 1331 ca. al 1377, venne improntata alla nuova semplicità del perpendicular style, definito anche rectilinear (Age of Chivalry, 1987, p. 72), in contrasto con la corrente del decorated style dominante al tempo di Edoardo II. I primi cinquant'anni del Trecento testimoniano una grandiosa ricchezza inventiva nell'architettura inglese del tempo di Edoardo II ma soprattutto di Edoardo III: la sala del Capitolo di Wells (Somerset; Age of Chivalry, 1987, nr. 328), la spettacolare torre d'incrocio ottagonale di Ely (ivi, nr. 492) e la Prior's Door nel chiostro della cattedrale di Norwich (Norfolk), capolavoro del decorated style dei primi del sec. 14° (ivi, nr. 105, fig. 71).Riccardo II, nipote di Edoardo III, divenne re nel 1377 all'età di dieci anni (suo padre Edoardo, principe del Galles, detto il Principe Nero, era morto prematuramente nel 1376) e la sua regalità venne subito contrastata dallo zio, Giovanni di Gaunt, conte di Lancaster. Nonostante le difficoltà politiche del suo regno, esercitò un fastoso patronato delle arti; tra le grandi personalità presenti alla sua corte si ricorda Geoffrey Chaucer. Promosse la grandiosa ricostruzione della Westminster Hall a Londra: Henry Yevele, che progettò ma non eseguì la nuova costruzione, conservò i muri laterali romanici, rinforzandoli per sostenere il nuovo spettacolare tetto a 'carena di nave', opera di William e Hugh Herland (1394-1400). Della serie di statue dei re predecessori di Riccardo II che dovevano ornare la nuova sala ne restano sei (Age of Chivalry, 1987, nrr. 708-709), scolpite con acuto realismo. Nel 1395, morta da un anno la consorte Anna di Boemia, il re decise di far costruire un monumento funebre per la regina e per sé nell'abbazia di Westminster, ispirandosi a quello di Edoardo III. Sebbene oggi la tomba si presenti pesantemente restaurata, è ancora evidente come l'effigie bronzea del re fosse counterfeit, ovvero l'esatto ritratto dal vero (Age of Chivalry, 1987, p. 104). Alla committenza di questo sovrano vengono attribuiti i dipinti murali della Byward Tower a Londra, scoperti nel 1953, datati agli anni novanta del sec. 14° e vicini al dittico Wilton (Londra, Nat. Gall.), datato da Tudor-Craig al 1394 (ivi, p. 134, fig. 104). Riccardo II commissionò un altro celeberrimo ritratto, in affermazione della propria perpetua presenza, tuttora conservato nell'abbazia di Westminster: questa tavola, a grandezza naturale (ivi, nr. 713), è stilisticamente connessa con le effigi dell'imperatore Carlo IV nel castello di Karlštejn e testimonia la raffinatissima eleganza dell'ultimo sovrano medievale dei Plantageneti.
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