PLASTES (πλάστης)
Plastes, nome raramente usato per indicare lo scultore in terracotta (v. anche fictor, coroplastes). Plastice, col nome greco, Plinio chiama l'arte di modellare la creta (Nat. hist., xxxv, 151); lo stesso dice che plastae laudatissimi fuere Damophilus et Gorgasus (xxxv, 154; cfr. Vell. Pat., i, 17, 4; Tertulì., de Idol., 3). In senso lato p. poteva essere chiamato ogni scultore (Vitruv., i, i, 13), ma poi sembra essere stato specificatamente il formatore, cioè colui che preparava le forme sugli originali modellati dagli scultori, per ogni genere di fusione o di riproduzione (v. anche gypsarius). L'editto di Diocleziano fissò la paga giornaliera del p. imaginarius a settantacinque denari, oltre al pasto, distinguendo tale specializzazione da quella dei plastae gypsarii, pagati solo cinquanta denari (C. I. L., iii, Suppl., p. 1936). Un' iscrizione della città di Roma ricorda un p. liberto, M. Pilius Timo (C.I.L., vi, 37400).
Bibl.: H. Blümner, Technologie und Terminologie der Gewerbe und Künste bei Griechen und Römern, II, Lipsia 1879, p. 3; W. Deonna, Les statues de terre cuite dans l'antiquité, Parigi 1908; G. M. A. Richter, Ancient Italy, Ann Arbor 1955, p. 113 ss.