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PLATINO

di Stefano La Colla - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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PLATINO (XXVII, p. 507; App. II, 11, p. 563)

Stefano La Colla

La produzione mondiale di p. e dei metalli del suo gruppo è più che raddoppiata nel decennio 1948-1957, passando da 525.000 once di fino a 1,19 milioni di once. In particolare, l'Unione Sudafricana ha contribuito a questa forte espansione con una produzione di oltre 600.000 once nel 1957 contro le 74.443 once prodotte nel 1948. Anche il Canada ha registrato un buon progresso e precisamente da 269.747 once nel 1948 a 409.362 once nel 1957. Per contro nell'URSS la produzione pare sia rimasta stazionaria sulle 125.000 once, mentre in Colombia è scesa da 40.047 once nel 1948 a 26.000 once nel 1957. Negli S.U.A. la produzione ha avuto un andamento irregolare salendo a un massimo di 37.855 once nel 1950 per poi scendere nel 1957 a 18.531 once.

Uno degli sviluppi più interessanti del dopoguerra nel settore dei metalli preziosi è stato l'affermarsi a Londra nel 1948 di un mercato libero del platino. A questo si sono rivolti gli acquirenti non commerciali, che non trovavano facilmente accesso alle fonti di rifornimento aperte quasi esclusivamente agli orefici e agli altri consumatori industriali. Anche gli altri metalli del gruppo del p., quali ad esempio il palladio, sono stati ricercati a scopo d'investimento, ma questi affari sono stati limitati, data la penuria delle disponibilità. Nell'anno successivo l'attività del mercato libero a Londra è stata inferiore a quella del 1948 (30.000 once): le licenze d'esportazione per i paesi al di fuori dell'area del dollaro sono state concesse in numero assai ridotto, cosicché la domanda è stata per lo più interna. A partire dal 1950 i prezzi del p. incominciarono a rafforzarsi in seguito all'espansione della domanda americana ed europea. Come per molte altre materie prime, anche per il p. e i metalli del suo gruppo gli acquisti per le riserve strategiche degli S. U. A. hanno costituito un fattore di primo piano con una forte influenza rafforzatrice e stabilizzatrice. Quando infatti tali acquisti sono venuti a cessare, nel 1956, il mercato si è immediatamente indebolito, tanto più che si prevedeva la forte espansione effettivamente verificatasi nella produzione dell'Unione Sudafricana. La pressione della domanda sui rifornimenti del mercato libero si è andata progressivamente alleggerendo, mentre le quotazioni del mercato libero scendevano intorno alle 36 sterline per oncia dalle 53 sterline della fine del 1951. La crisi del Canale di Suez non ha avuto alcuna influenza sul mercato; per contro le vendite sovietiche dell'ultimo trimestre del 1956 hanno adeguato maggiormente l'offerta alla domanda.

Anche nei due anni successivi, il 1957 e il 1958, l'andamento del mercato è stato debole: all'abbondanza delle disponibilità si è aggiunta la recessione economica americana che ha limitato la domanda di molte industrie consumatrici. A fine 1958 i prezzi del mercato libero si aggiravano sulle 17 sterline e i0 scellini per oncia, mentre quelli ufficiali delle due grandi case inglesi che controllano le vendite del metallo dell'Unione Sudafricana e del Canada non sono scesi al di sotto di 19 sterline e 10 scellini per oncia.

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