PLATINO (XXVII, p. 507; App. II, 11, p. 563; III, 11, p. 435)
La produzione mondiale di p. e dei metalli del suo gruppo è aumentata, nel decennio 1965-75, del 65% con un tasso medio d'incremento annuo del 7% circa; dopo una serie di aumenti consistenti la produzione ha subìto un certo rallentamento all'inizio degli anni Settanta per poi riprendere negli anni più recenti, quando nel 1975 ha toccato una punta di 186 t. Secondo una stima effettuata dal gruppo sud-africano Rustenberg plat. mines, la domanda dell'ultimo decennio nei paesi occidentali proveniva per il 30% dall'industria chimica, il 25% dall'industria petrolchimica, il 20% dalle industrie elettriche ed elettroniche, il 10% dall'industria vetraria e il rimanente 15% da quella dei gioielli e della strumentazione medica; come sviluppo degli anni più recenti l'industria della strumentazione antinquinamento è il nuovo settore di domanda, che va rapidamente acquistando sempre più consistenza.
Tra i paesi che contribuiscono in misura maggiore allo sviluppo della produzione mondiale di p. si staccano sensibilmente da tutti gli altri la Repubblica Sudafricana e l'Unione Sovietica che insieme incidono nella misura del 90% sul valore globale.
In particolare la produzione della Repubblica Sudafricana si è incrementata negli ultimi anni con tassi medi annui del 15-20%, tanto che dal 1972 al 1975 sì è raddoppiata, passando da 45 t a 90 t; la quasi totalità della produzione deriva dai minerali propri di p. e solo una percentuale trascurabile è ottenuta come sottoprodotto della lavorazione dei minerali auriferi. Costante è l'ascesa della produzione sovietica che in massima parte deriva dalla lavorazione dei minerali auriferi. Con produzioni di gran lunga inferiori a quelle dei due paesi precedenti seguono nella graduatoria mondiale la Colombia, gli SUA e quindi il Giappone, le Filippine e l'Australia. In relazione all'elevato sviluppo tecnologico strettamente connesso alla metallurgia del p., gli SUA sono ancora i più grandi acquirenti di p. e dei metalli del suo gruppo, con importazioni che si aggirano sulle 35-40 t annue, provenienti dal Regno Unito, quale paese raffinatore, quindi dall'URSS, dal Canada e dalla Colombia. Le importazioni italiane che negli anni Sessanta si aggiravano su valori costanti di poco superiori alle 2 t, hanno assunto un ritmo di crescita molto sostenuto, con punte massime e minime molto irregolari, come quella del 1973, circa 15,3 t importate, mentre nel 1975 si era scesi di nuovo a 3 t circa.
Dopo aver subìto un'ascesa a un ritmo relativamente costante, il prezzo del p. sui maggiori mercati mondiali ha registrato tassi d'aumento sensibilmente elevati a partire dal 1973, in stretta connessione con i tassi d'inflazione dei maggiori paesi industrializzati e i fenomeni speculativi che hanno interessato il mercato dei metalli preziosi; tuttavia dopo un andamento abbastanza sostenuto, durato anche per tutto il 1974, quando si è raggiunta e superata la quota di 200 dollari per oncla troy, sulle maggiori piazze mondiali, il prezzo del p. si è attestato su un valore medio di 150 dollari per oncia troy.
Bibl.: C. D. Hoyt, P. J. Ryan, Platinum group metals, in Minerals yearbook, Washington 1969.