Vedi PLEURON dell'anno: 1965 - 1996
PLEURON (Πλευρών, Pleuron)
Città in Etolia. Il nome si riferisce a due stanziamenti, il più antico ἡ παλαιὰ ΠΛευρών, era ai piedi del monte Curio (Strab., Geogr., x, 451), nella piana tra i fiumi Achebo ed Eveno, ed è menzionato da Omero (Il., ii, 638).
Le origini sono mitiche: avrebbero fondato P. i Cureti in lotta contro Calidone, ovvero Toante, figlio di Eneo, avrebbe guidato gli Etoli sul posto (Strab., Geogr., x, 461). Abbandonata nel 234 a. C. quando Demetrio Il di Macedonia la distrusse, gli abitanti fondarono una nuova città ἡ νεωτέρα Πλευρών sulle alture dell'Aracinto. Ben poco sappiamo della storia delle due città, se non che la nuova ebbe la protezione di Roma già prima della presa di Corinto, tanto da essere dispensata di far parte della lega achea. In età imperiale seguì le sorti dell'Etolia. Le rovine della città più antica si trovano a N della nuova e consistono in pochi avanzi di mura ciclopiche. La P. nuova è stata identificata sull'Aracinto (Zygos) nella località del τὸ κάστρον τῆν κυρίας Εἰρήνης. La cinta si presenta molto vasta, come un grande quadrilatero, con 31 torri servite da scale e 7 porte; l'opera è in parte trapezoidale, in parte pseudoisodomica con faccia squadrata; conservata in buone condizioni quasi dovunque è databile intorno al 230 a. C. L'acropoli occupa la parte più alta del sito, ma di essa rimane ben poco: una cappella bizantina si è impiantata sui resti del tempio di Atena, di cui rimangono alcuni frammenti di colonne doriche, pezzi di sima in pòros e parte delle decorazioni della copertura. La città occupa una vasta terrazza alta sul mare m 243, col quale è collegata in direzione N-S da una muraglia di difesa che abbraccia anche il porto; le costruzioni civili sono a meridione. Le fortificazioni sono più accurate e le torri più vicine lungo i lati E e S.Il teatro si trova a S-O della città, addossato con il proscenio alla faccia interna delle mura, con una torre che fa da elemento centrale all'edificio scenico; il proscenio aveva 6 colonne e i parasceni dovevano essere soprelevati e addossati contro il muro di cinta; il cerchio dell'orchestra è tangente all'edificio scenico; la cavea ben conservata a N aveva 5 settori e 6 scale. La costruzione del teatro è senza dubbio contemporanea a quella delle mura. Si riconoscono, ancora, dentro il circulto delle mura: il sito dell'agorà con una stoà orientata N-S (m 62 circa) e l'impianto del ginnasio; inoltre, a S-E, una grande cisterna comune (m 30 × 20) con 5 bacini rettangolari; e altri resti di edifici pubblici non identificabili. Le necropoli si stendono a S della terrazza occupata dalla città.
Bibl.: Arch. Anz. Jahrb., (31), 1916, col. 227 ss.; E. Fiechter, Die Theater von Oiniadai und Nepleuron, Stoccarda 1931, p. 19 ss.; P. E. Arias, Il teatro greco fuori di Atene, Firenze 1934, p. 46 ss.; D. Levi, in Enc. Ital., XXVII, 1935, p. 544, s. v.; R. L. Scranton, Greek Walls, Cambridge 1941, pp. 74, 93, 185, 174, fig. 14; R. E. Wycherley, How the Greeks Built Cities, Londra 1949, p. 219, nota 16; W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 316; E. Kirsten, in Pauly-Wissowa, XXI, i, 1951, c. 239 ss., s. v.