PLINTERIE (Πλυντήρια)
Festa ateniese, che si celebrava nell'ultima decade del mese di Targelione (maggio-giugno): il giorno non è ben sicuro, ma è certo che questa festa seguiva, a piccolissima distanza di tempo, quella delle Callinterie (Καλλυντήρια), con la quale era strettamente connessa e che ricorreva nei giorni 19 e 20 del mese, nei giorni stessi, cioè, delle Bendidie. Erano ambedue - le Plinterie e le Callinterie - feste di purificazione e di purgazione dedicate ad Atena Poliade, o meglio al suo tempio (l'Eretteo), che in quei giorni veniva accuratamente nettato, lavato e purificato, del pari che l'immagine della dea.
Nell'insieme, il rito ci ricorda quello che si svolgeva a Roma, alla fine delle Vestalia, il 15 giugno, per la purificazione del tempio di Vesta.
La festa culminava, probabilmente, il giorno 25, con la purificazione dell'antico e venerabile simulacro di legno, che si conservava nell'Eretteo stesso. I membri di un apposito sodalizio religioso (i Prassiergidi) toglievano alla statua della dea le vesti e gli ornamenti, che venivano lavati accuratamente; e la statua stessa veniva portata in processione e bagnata nel mare, e la sera, poi, riportata in città al lume delle torce. La festa si chiudeva col sacrificio d'una pecora ad Atena. Secondo il mito, la prima sacerdotessa di Atena sarebbe stata Aglauro, che curava la pulizia del tempio e delle vesti della dea; lei morta, tutto era rimasto trascurato per un anno, e ciò appunto ricordava la festa.
Bibl.: Chr. Petersen, Feste der Pallas, Amburgo 1855, p. ii segg.; A. Preuner, Hestia-Vesta, Tubinga 1864, p. 482 segg.; A. Mommsen, Fest der Stadt Athen im Altertum, Lipsia 1898, p. 491 segg.; P. Stengel, Die griech. Kultusaltertümer, 3ª ed., Monaco 1920, p. 146; L. Deubner, Attische Feste, Berlino 1932, p. 17 segg.