PLISKA
(Πλίσϰοβα, Pliskov nei docc. medievali)
Città medievale in rovina situata nella Bulgaria nordorientale a poca distanza dall'omonimo villaggio chiamato in passato Aboba, a km 70 a O di Varna.Fondata nel 681 come stanziamento militare al posto di un più antico insediamento slavo, P. si sviluppò nel corso dei secc. 8° e 9° quale centro politico, economico e culturale del primo regno bulgaro (679-1018), fino allo spostamento dell'amministrazione statale a Preslav alla fine del sec. 9°; in seguito la città perse gradualmente la sua importanza, fu distrutta durante la guerra con Bisanzio nel 972 e si spopolò dopo la conquista tartara e turca nel Trecento.Gli scavi dell'Ist. archeologico di Istanbul, nel 1899-1900, e dell'Ist. archeologico bulgaro, a partire dal 1914, hanno portato alla luce una parte dei resti, conservatisi nella maggior parte dei casi a livello di fondazione, delle numerose strutture difensive e degli edifici pubblici del centro della città così come di numerosi insediamenti e quartieri della zona periferica, che si estende per km2 23. Le strutture di difesa di P. - le più importanti dell'Europa meridionale in epoca postromana - sono ubicate in una pianura collinosa e mentre il sistema difensivo esterno si compone di fossato e terrapieno, quello pertinente all'interno della città è costituito da un muro di difesa di impianto trapezoidale, alto m 10-20 e spesso m 2,60, composto da grandi blocchi quadrati legati da malta, che racchiude al suo interno una zona di km2 0,5. In corrispondenza degli angoli si trovano torri circolari, in origine alte m 14, e alla metà di ogni tratto rispettivamente due torri poligonali; su ciascun lato si trova una porta posta al di sotto di un'alta torre, fiancheggiata lateralmente da altre due, più basse della centrale; la porta principale si apriva lungo il lato orientale. Il centro della città, con i palazzi dei sovrani bulgari, è circondato a sua volta da un terzo muro difensivo in laterizio; in posizione centrale si trova il Grande palazzo. L'edificio, originario del sec. 9°, venne costruito su una superficie rettangolare di m2 4400, probabilmente in legno su di uno zoccolo in blocchi di pietra, e fu incendiato durante la guerra con Bisanzio nell'811. Nella stessa zona di lì a poco, seppure su una superficie inferiore e con il reimpiego di materiale ricavato dalla costruzione precedente, sorse la sala del trono: una struttura su due piani con piano terreno coperto a botte e corte antistante, corridoi e scale per il piano superiore, nel quale si trovava la sala di ricevimento, realizzata come una basilica a tre navate con la nicchia per il trono nell'abside settentrionale.Il complesso degli edifici che si trovavano nella zona settentrionale della città intorno al Piccolo palazzo si articola in più elementi, ascrivibili complessivamente a tre fasi costruttive. Alla più antica di queste (sec. 8°-inizi 9°) appartiene una serie di costruzioni in pietra da taglio, tra cui un bagno con ipocausto e un'altra casa con un ampio bacino in laterizio. Quasi tutti questi edifici furono poi ricostruiti nel sec. 9°, durante la seconda fase edilizia. Al primo e al secondo periodo di costruzione appartiene il vero e proprio Piccolo palazzo, che si compone di due corpi di fabbrica tra loro connessi e simili per impianto: parallele all'asse longitudinale si trovano due lunghe sale, disposte l'una dietro l'altra, lungo i lati delle quali corrono ambienti di passaggio. Probabilmente entrambe le parti del Piccolo palazzo servirono come zona residenziale per i sovrani; esse sono infatti realizzate con estrema cura, con la muratura ricoperta da fine stucco e ambienti provvisti di condutture per l'acqua e di sistema di canalizzazione. Al terzo periodo costruttivo, sempre nel sec. 9°, risalgono un gran numero di edifici commerciali e abitativi, bagni e una costruzione a carattere religioso, la c.d. chiesa di corte, costruita poco dopo l'865 sulle fondamenta di un tempio pagano eretto nel primo periodo: una basilica a tre navate con copertura piana e tre absidi semicircolari e con un battistero nella zona meridionale. Ancora nella zona centrale della città si trovavano, tra loro distanti, le abitazioni dei boiari, che ripetono la tipologia edilizia e l'impianto del Piccolo palazzo.Nella zona racchiusa dalla cerchia difensiva esterna sono state portate alla luce dagli scavi, accanto ai resti di edifici profani dei secc. 9°-10° (tra cui anche una bottega per la ceramica) e a insediamenti slavi dell'epoca prebulgara, anche rovine di monasteri, chiese - nella maggior parte dei casi si tratta di piccole basiliche a tre navate con copertura piana con impianti molto simili, ma anche edifici a navata unica o a croce, realizzati in pietra - e anche cappelle situate nei piccoli insediamenti sparsi. Una posizione particolare è occupata dalla c.d. Grande basilica, la cattedrale degli arcivescovi bulgari, posta a km 1,5 in direzione N-E rispetto al nucleo della città, interna a un grande complesso monastico. Si tratta di una basilica a tre navate, di cui quella centrale con copertura piana e le laterali voltate a botte, con matronei lungo i lati ovest, sud e nord, esonartece tripartito e anche atrio e torre occidentale; le navate laterali sono divise da quella centrale mediante arcate su pilastri e colonne. La basilica, una delle più imponenti fabbriche religiose orientali (m 99-29,5) alla fine degli anni sessanta del sec. 9°, è costruita sulle rovine di un edificio sacro di epoca protobulgara e legata al palazzo degli zar mediante una strada per le processioni; per forma edilizia e per articolazione del suo interno (pastophória separati e divisi dall'ambiente del coro allungato), testimonia gli stretti legami tra la Chiesa bulgara e Roma, mentre nell'accentuata decorazione dell'esterno ottenuta con blocchi in calcare tra file di laterizi si manifestano le prime tracce della scuola edilizia medievale bulgara. Nella seconda fase edilizia, dopo le distruzioni in occasione delle lotte religiose negli anni intorno all'880, la parte orientale della chiesa fu trasformata secondo le esigenze del rito liturgico bizantino e del cerimoniale di corte. Della decorazione plastica all'interno si sono conservati, in parte in situ e in parte a Sofia (Nat. arheologitcheski muz.), numerosi frammenti, soprattutto antiche colonne in marmo reimpiegate, capitelli, parti di un ambone e delle recinzioni del coro. Probabilmente distrutta nel 972, la Grande basilica fu in seguito ricostruita soltanto in parte.Durante gli scavi del 1973 nelle vicinanze della chiesa fu rinvenuta la stauroteca di P., attualmente conservata a Sofia (Nat. arheologitcheski muz.): un reliquiario a forma di croce, realizzato in oro, composto da una doppia teca e da un doppio contenitore per le reliquie della croce, entrambi decorati con immagini di Cristo, di Maria, degli evangelisti, dei Padri della Chiesa e con scene delle Feste liturgiche realizzate a niello. Si tratta di uno dei più significativi esempi di oreficeria bizantina del sec. 7°, realizzato probabilmente da una bottega siriaca trasferitasi a Costantinopoli, che produsse numerosi reliquiari, tra i quali la stauroteca Fieschi-Morgan (New York, Metropolitan Mus. of Art).Le rovine di P., insieme a quelle di Madara e di Preslav, sono tra le più importanti testimonianze della prima fase della cultura bulgara, sviluppatasi sulla base della tradizione dell'Asia centrale, della Persia e dell'Armenia ed entrata in contatto con la cultura tardoantica romana e bizantina in area balcanica. Tanto le due fasi edilizie dei complessi palaziali con le strutture difensive quanto le chiese di P. sono da annoverare tra le più alte risultanze della cultura altomedievale europea.Al centro delle rovine di P. si trova il Nat. arheologitcheski muz., fondato nel 1937, nel quale si conserva una ricca collezione di opere di plastica architettonica tardoantica e altomedievale e anche di manufatti di arte suntuaria provenienti dalla città.
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